L’EDUCATORE RASTA E I SUOI CANI DAL MANTO CANDIDO

2015: nel New Hempshire una cucciola di Golden Retriever dal pelo molto chiaro, Amber, è nel giardino del suo cottege di campagna in attesa che la sua nuova famiglia arrivi a prenderla dall’Italia. L’Educatore Daniel Rossato sta per arrivare: ha guidato con il suo furgone tra i paesi d’Europa e perfino sotto al mare per lei e per realizzare il suo progetto di Allevamento di Golden “Double Chocolate Retriever” dal manto bianco, che oggi è una grande famiglia.

Daniel, Educatore cinofilo padovano e titolare del “Centro Cinofilo Dog Activity” si occupa anche di Pet Therapy, gestendo l’Associazione “Empathic Dogs Service asd”. Da anni lavora nel territorio veneto con cani da rieducare attraverso lezioni in coppia col padrone. “Il primo con il quale impostare il lavoro di educazione è proprio il padrone” ci confessa Daniel.

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“Il primo con il quale impostare il lavoro di educazione è proprio il padrone”

La storia di Amber parte proprio da Daniel, l’educatore dai capelli rasta, e da una passione per il cane che negli anni è cresciuta in e con lui, e che si è tradotta in partecipazioni a corsi specializzanti e letture di testi veterinari nonché di psicologia del cane. Una passione che come tale ha avuto la sua musa ispiratrice in una cucciola bianca e graziosa di Dogo argentino di nome Shanti, che è entrata nella vita di Daniel ormai 10 anni fa e che con lui ha fatto tutto come un infallibile braccio destro. Shanti lo ha spronato a studiare per diventare un professionista ed insieme hanno iniziato a partecipare alle esposizioni canine di mezza Europa, le prime di una lunga serie per Daniel e per i tanti amici del “Dog Activity”.

Daniel è Italo-croato: la sua famiglia materna è originaria di Brac, un’isoletta di pescatori e spiagge di scogli di fronte a Spalato che ha conservato negli anni la tradizione rurale e dunque quel legame indissolubile tra uomo e terra ed il rapporto di interdipendenza con l’animale. Daniel sembra conservare quel vivere genuino anche qui in città e riesce semplicemente a trasmetterlo ai suoi cani con i quali, ogni estate, salpa verso la sua isola. I Golden Retriever amano giocare nuotando in acqua, riportando al padrone rametti o altri oggetti che gli vengono lanciati e passano i pomeriggi d’estate così, correndo felici dalle spiagge selvagge verso il mare celeste, osservati dalla grande anziana Shanti che li aspetta a riva.

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“L’allevamento “Double Chocolate Retriever”, invece, è giovane” ci racconta Daniel. Il team è composto attualmente da 4 Golden: 3 femmine (la mamma e 2 cucciole) e 1 maschio, Buddha.

Buddha è un cane fiero, dall’animo sensibile, affettuoso e buffo ed è quello che dimostra l’attaccamento più forte all’Educatore dal quale corre letteralmente in braccio se viene richiamato da un comando. È il “maschio alfa” del branco, il padre biologico delle cucciole, ma non il primo golden dell’allevamento. L’arrivo di Buddha, infatti, è successivo ad un lutto, quello per Rubens, che a 3 anni è mancato improvvisamente lasciando un vuoto nell’animo di Daniel e di tutti i soci dell’Associazione. “Era un amico, il mio E.T. personale. Riusciva a calmare con la sua empatia ogni pianto ed era una vera calamita per i bambini che dopo aver giocato con lui si allontanavano con degli enormi sorrisi!”

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 “Era un amico, il mio E.T. personale.”

Daniel, di fronte alla mala sorte, si è fatto coraggio e per partire con l’allevamento ha deciso di onorare il fedele amico Rubens, compagno di mille avventure, scegliendo un cane che fosse della stessa linea di sangue e della stessa tonalità di manto candida, unica nel suo genere. “E così arrivò Buddha” ci racconta Daniel.

Seconda ad arrivare fu Amber, la fattrice. Daniel prese contatti con i migliori Allevamenti di tutta Europa per rintracciare una cagnolina dal pelo chiaro che potesse entrare nella squadra “Double Chocolate”. “La mail di risposta da un allevamento all’altezza delle aspettative finalmente arrivò e la destinazione da inserire nel navigatore si fece chiara: Inghilterra, New Hampshire, vicino a Londra.” ci racconta Daniel. Dopo un lungo viaggio Amber è arrivata a casa di Daniel dove ha conosciuto i suoi nuovi amici, il dolce Buddha e la saggia Shanti. Il Dogo Argentino è tra le razze ad essere nella lista nera del Regno Unito, non si possono ne allevare ne far entrare, nemmeno temporaneamente, nel territorio della regina, perciò quella che si è creata in casa di Daniel è una sorellanza quasi impossibile, tra una Golden di “sua maestà” e la molossoide Argentina.

Una gran bella famiglia cinofila, quindi, quella di Daniel Rossato, pronta ad allargarsi ancora: sì perché Amber sarà mamma bis a breve, e farà di Buddha nuovamente un fiero papà Golden Retriever dal manto bianco.

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A tutta la squadra “Double Chocolate Retriever” buona fortuna!

MARTA & JOHN – IL CAPITANO E IL PASTORE MAREMMANO

Marta è una giovane donna e contemporaneamente una atleta adulta che ha alle spalle anni di duro allenamento e di sacrifici, fatti con amore per la sua passione più grande: la Ginnastica Ritmica. Inserita nella Areonautica Militare è stata dal 2012 al 2016 il Capitano della Squadra Nazionale Italiana ed è curioso che il suo team abbia la nomea di “farfalle”, quasi un riassunto perfetto di ciò che fanno. Sì, perché quando danzano ricordano il volo di creature leggiadre ma decise, dai movimenti precisi e suggestivi come quelli dei colleghi delle frecce tricolore. 

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La Squadra di Marta ha stretto tra le mani gli attrezzi della ginnastica, li ha lanciati con assoluta precisione per poi riprenderli al volo seguendo il ritmo della musica e regalando così uno spettacolo decisamente di alto livello che le ha garantito la vittoria di gare di rilievo come il Campionato Mondiale a Montpellier ed il Bronzo alle Olimpiadi di Londra, per citarne alcune. 

Oggi Marta non gareggia più, ha 26 anni ed ha raggiunto l’anzianità nella sua disciplina ma continua a “masticare” la Ginnastica allenando e facendo la giudice, oltre a partecipare agli eventi della sua Federazione e a quelli del Coni. Tanti, dunque, sono i progetti di Marta ed altrettanti sono i suoi impegni personali; punta sullo studio universitario frequentando il corso di Relazioni Internazionali a Monza, città dove vive insieme a Piero, il fidanzato, e a John che a settembre hanno portato a casa dal Rifugio di Prato. 

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John è un Pastore maremmano dall’aspetto regale e dai modi raffinati anche se la sua storia è tutt’altro che quella di un principe. È stato portato in Canile verso i 3 anni di età dopo la morte della madre con la quale condivideva una situazione di solitudine e di reclusione, vivendo in un giardino di una casa abbandonata e mangiando pasti lanciati da oltre la recinzione per un timore infondato dell’uomo.

Marta vede l’annuncio del Canile, si commuove alla lettura della storia di John e le farfalle dentro lo stomaco iniziano a girare. Danzano nella sua pancia al sentire che quel maremmano ha 6 anni compiuti e che ha passato gli ultimi 3 in Canile, in una situazione ben migliore della precedente ma stressante in egual modo per un cane.

La storia di John si rallegra all’arrivo, a Prato, di Marta e Piero.

È stata questione di un solo attimo, un colpo di fulmine: gli occhi di John, scuri e a mandorla, lo scorso settembre si incrociano con quelli di Marta, verdi ed espressivi e l’imprinting fa il resto: John vince sui rivali più giovani e dal passato meno turbolento e va a vivere a Monza finalmente accudito dalle mani protettive di una grande Atleta Azzurra.

 

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Non poteva ancora aspettare, erano già 3 anni che aspettava in Rifugio.”

John non è il primo cane per Marta ma è il primo di sua totale responsabilità e la differenza, ci confessa, la sente. La famiglia dell’atleta, infatti, l’ha abituata, fin dall’infanzia, a condividere la vita con gli animali e, a Prato (dove vivono i genitori della ginnasta), hanno avuto dei Pastori Tedeschi e una Golden Retriever che ha accompagnato Marta durante tutta la crescita. Tuttavia quando sei l’adulto di riferimento e non il piccolo di casa l’impegno si moltiplica come si duplicano le soddisfazioni e Marta, oggi, ne è consapevole.

Quando è arrivato in casa John non era più un cucciolo e non era abituato a nulla del mondo urbano. Marta e Piero, però, ci hanno voluto credere e coraggiosamente incoscienti sono andati avanti per la loro strada con John, che ha sorpreso tutti rispondendo subito positivamente agli stimoli e agli insegnamenti ricevuti, donando così grosse soddisfazioni ai nuovi “mamma e papà”.

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Ne sono sicura: accudire un cane ti rende la vita migliore”

Oggi John, passa le sue giornate in compagnia; va in palestra con Marta che ci racconta di come lui sia rispettoso dei luoghi e di come, calmo, la sorvegli nella sua routine sportiva finchè Marta non passa agli esercizi a terra e per John diventa impossibile non avvicinarsi a lei per giocare, per ricevere una coccola o per darle la sua grossa, raffinata zampa bianca.

Sembra quasi una storia di Natale: un Pastore maremmano ed una Atleta toscana in totale sincronia ed un finale dolce quanto lo zucchero a velo che copre il Pandoro; sì, perché John quest’anno ha trascorso il suo primo vero Natale finalmente in famiglia, potendo giocare anche con i nuovi “cugini”, i cani della famiglia di Marta.

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La gente che incontriamo per strada ci dice che John sembra una nuvola, io lo definirei invece un Cane Bon Ton per i suoi modi raffinati.”

SIMONE E DIKE: ALLA SCOPERTA DEL NEPAL

Abbiamo conosciuto Dike, labrador color miele dal carattere docile e riflessivo, a Padova. Dike è nata in un allevamento sul lago di Garda ma è più nepalese che italiana: ha vissuto per la maggior parte della sua vita in un villaggio ai piedi delle montagne del Nepal, Panauti, a 45 km da Katmandu.

Il suo compagno d’avventura è Simone, che guida tra le vie della vita e scalda nelle notti d’inverno quando, nel villaggio, la temperatura scende fino a 0 gradi ed il freddo secco di montagna raggiunge la loro casa. Dike e Simone passano le giornate tra Katmandu, il villaggio e le montagne che scoprono insieme durante le loro escursioni.

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Dike guida Simone tra le vie della vita e nelle fredde notti d’inverno del Nepal.

Simone ci spiega che l’Hymalaya è una tappa affascinante ed essenziale per lui e la sua fedele compagna di viaggio.”Ci siamo preparati e abbiamo fatto 5 escursioni, allungando il tragitto ogni volta di più, seguendo i nostri ritmi, attenti alla sicurezza di entrambi” ed un bel giorno alla cima ci sono arrivati.

“3500 m di dislivello e Dike diventa un altro cane”continua Simone “è più felice, sembra che sorrida ed è visibilmente soddisfatta”.

Oggi Dike sale e scende dalle cime come una vera nepalese, senza più bisogno di imbragature. Sa dove appoggiare le zampe e ha imparato che esistono degli animali con i quali è meglio non giocare (buoi e yak) per via del loro brutto carattere. La sua vera vocazione però è ricevere e dare affetto ai bambini del villaggio.

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“Hymalaya: 3500 m di dislivello e Dike diventa un altro cane”

Simone ci racconta che il cane in Nepal è un animale sacro e si crede che sia l’ultima tappa del percorso buddista di reincarnazione; dopo una vita da cane c’è quella da essere umano che attende.

A lui, il sacro cane, è dedicata una festa molto allegra, la Kurkur Tihar: i cagnolini vengono adornati con ghirlande di fiori profumati, dai colori accesi e sulla loro fronte viene tracciato un “tilaka” d’onore, segno rosso sulla fronte, simbolo di sacralità. In questa giornata speciale, la seconda di 5 giorni di festeggiamenti sacri, i cani nepalesi possono gustare prelibati banchetti preparati ad hoc per loro, i veri re e regine di questa festa.

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I veri re e regine della festa Kutur Tihar in Nepal.

Simone parla di Dike con enorme affetto: “Lei è il mio coraggio e la mia forza.”

Il dottor Simone Fagherazzi, ha lasciato 3 anni fa l’ospedale di Padova e le 12 ore quotidiane in quei corridoi, partendo per quello che inizialmente doveva essere solo un viaggio alla scoperta di posti sognati con una donna che oggi porta nei suoi ricordi. Silvia, la sua ragazza stroncata in giovane età da un melanoma. “Con lei ho viaggiato fino all’ultimo. Il suo timore era di vedere troppo poco di questo mondo”.

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“Lei è il mio coraggio e la mia forza.”

Così Simone è partito per India, Nepal e Birmania, ma è stato travolto dall’energia del Nepal durante la festa di Shyva e ha deciso di stabilirsi là con la sua Dike e da là portare avanti la sua Associazione Dike Salute. Nel cuore un lutto e nell’anima il desiderio di avere una vita giusta ma soprattutto di poterla regalare almeno alla sua cagnolina.

“Io e Dike, insieme, ora facciamo una vita semplice, all’aria aperta, proprio quello che desideravo per lei. Non volevo obbligare la mia Dike ad una vita tra 4 mura, le avevo promesso una vita bella e credo di aver fatto la scelta giusta”.

D’altronde il suo nome, Dike, significa la Dea della Giustizia.

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“Le avevo promesso una vita bella e credo di aver fatto la scelta giusta”.

 

Venite a scoprire le altre storie su www.argonpet.it

IL RIFUGIO SAN FRANCESCO: QUALCOSA DI PIÙ DI UN CANILE

Circondati dai campi di grano e dai prati verdi della Destra Brenta, percorriamo una stradina di sassi che porta al Rifugio San Francesco di Presina di Piazzola sul Brenta (Pd), uno spazio verde di quasi 18.000 mq con 38 box e un’ampia area di sgambamento, che accolglie circa 150 ospiti a quattro zampe. All’entrata incontriamo Giovanni Tonelotto, Responsabile del Rifugio e Coordinatore Regionale per la Lega Nazionale per la Difesa del Cane che in Veneto è presente con 8 Sezioni. Ci accompagna a visitare quello che per lui, per la moglie Rosa e per tanti volontari, non è un hobby ma una scelta di vita. “La nostra è una battaglia per i Diritti anche degli animali, nel quadro di un corretto rapporto con l’ambiente che portiamo avanti da sempre”.

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“La nostra è una battaglia per i Diritti anche degli animali.”

Giovanni e Rosa, con l’aiuto di tanti volontari, stanno lavorando per una evoluzione dell’opinione pubblica a beneficio della vita di ogni animale. Grande è la loro passione anche per i gatti, in particolare per quelli che sono vittime di incidenti stradali e richiedono tante attenzioni. “La nostra speranza è che tra vent’anni non ci sia più bisogno di Rifugi per animali. L’abbandono è oggi in lieve diminuzione ma crescono i casi sociali, per cui l’animale deve essere accolto a seguito di sfratti, di separazioni, di precarietà anche materiali. E’ forse questa la nuova frontiera dell’abbandono. Senza dire del gravissimo problema costituito dall’entrata di cuccioli dei Paesi dell’Est, spesso in condizioni precarie. Questo tristissimo fenomeno alimenta un mercato che qualcuno asserisce essere inferiore solo a quello della droga e del commercio illegale delle zanne di elefante”.

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“La nostra speranza è che tra vent’anni non ci sia più bisogno di rifugi per animali abbandonati o in difficoltà.”

Giovanni è orgoglioso nel sottolinearci come la Regione Veneto, dopo aver definito il Rifugio San Francesco “Opera tra le più significative sul piano sociale e culturale ed esempio concreto di complementarietà di azioni e di iniziative tra Pubblico e Privato sociale”, l’abbia qualificato come “Opera di Pubblica utilità” (D.R.V. n. 130 / 99). E continua: “Vasta è la gamma di attività di promozione del Rifugio e, di riflesso, di sensibilizzazione verso un corretto rapporto con ogni essere vivente: campagne di informazione, banchetti ed incontri con le scolaresche. Su tutte ci piace sottolineare la Messa con la benedizione degli animali, che ha luogo nel Convento Francescano di Cittadella la prima domenica di Ottobre, in concomitanza con la festa di San Francesco. Più in generale non c’è settimana in cui non venga attivata qualche iniziativa, anche allo scopo della raccolta fondi. Potremmo quasi dire: ogni giorno ci inventiamo il futuro”

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“Ogni giorno ci inventiamo il futuro”

Mentre stiamo per lasciare questo incredibile luogo dove tanti volontari collaborano per il bene degli animali, Tonelotto ci confessa un ultimo obiettivo: “Vorremmo creare qui molto più di quello che esiste ora. C’è l’idea di dar vita ad uno spazio con giochi per bambini, una zona per attività con le scuole o con le associazioni che si occupano di persone in difficoltà e un luogo della rimembranza per chi vuole far riposare per sempre qui il suo amico a 4 zampe. In particolare ci piace l’idea di attivare con le scuole un percorso artistico-ambientale che, coniugando la passione per l’arte e l’amore per l’ambiente, unisca la visita al Parco zoofilo San Francesco a quella di due suggestive realtà che sorgono poco lontano: Villa Contarini di Piazzola sul Brenta e il luogo natale di Andrea Mantegna”.

Il Rifugio dunque come realtà che, non nascondendo il fine dell’accoglienza degli animali ( in 13 anni ne ha accolti quasi 5.000, facendo trovare una nuova adozione quasi al 90% di essi), lo inserisce in una più ampia visione di spazi ed elementi naturali e di attenzione all’altro, diventando motivo di incontro e di condivisione.

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“Vorremmo creare in quest’area molto più di quello che esiste ora”.

Venite a conoscere il rifugio San Francesco su www.canilesanfrancesco.it

BIG SHOW DOGS – IL LUOGO INCANTATO DOVE I CANI GIOCANO LIBERI E FELICI

“Ho sempre avuto una gran passione per i cani: da piccola li portavo a casa dal canile anche se i miei non volevano e li accudivo nel migliore dei modi” ci racconta Eliane, proprietaria con il suo compagno Paolo dell’allevamento Big Show Dogs ad Asolo. “Paolo ed io lavoravamo in tutt’altro settore, poi, quando ci siamo conosciuti, abbiamo deciso di mollare tutto e dedicarci alla nostra passione, così abbiamo iniziato a costruire il nostro allevamento, una struttura ch si trova tra le colline asolane,adagiata in 7000 metri quadri di boschi e vigneti dove i cani giocano all’aria aperta liberi e felici.”

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“Il nostro allevamento è adagiato tra le colline asolane, immerso in 7000 m2 di boschi e vigneti”

“Alleviamo Labrador, Amstaff, Chihuahua, gatti Maine Coon e siamo seguiti da 5 veterinari del Veneto e da un educatore cinofilo” ci racconta Eliane. Con il suo compagno Paolo hanno seguito diversi corsi sull’alimentazione animale, corsi di riproduzione, corsi di educazione cinofila e di handling.  “Tutti pensano che chi fa l’allevatore guadagni solo soldi, invece dietro ci sono tanto impegno, tanta fatica e tanti sacrifici, infatti nel mio giardino non ci sono 2 macchine di lusso e le ferie me le scordo, ma non c’è cosa più bella che fare la cosa che ci piace!” ride Eliane.

 

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“Non c’è cosa più bella che fare la cosa che ci piace!”

Chiediamo a Eliane se ha un cane a cui è particolarmente affezionata: “Tutti i cani sono nel mio cuore, ma se devo fare un nome dico Nuvola, la chihuahua a pelo bianco che vive con noi in casa. E’ la più piccola e delicata e non me la sono sentita di affidarla ad altri! Però devo dirlo, a rotazione vengono tutti in casa, partecipando alla nostra vita familiare!”

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“Tutti i cani sono nel mio cuore”

In questo paesaggio silenzioso dove tutti sognerebbero di abitare il nostro dialogo è spesso interrotto da Riccardo, il figlio di tre anni e mezzo di Eliane e Paolo. Come un terremoto corre di qua e di là giocando con i cani: i suoi genitori gli hanno già trasmesso la passione per gli amici a quattro zampe. Jennifer, la figlia più grande è più tranquilla ed è innamorata dei cani di piccola taglia. “Abbiamo iniziato ad allevare Chiwawa proprio perchè lei ama particolarmente i cani di piccola taglia” ci confida la mamma.

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I suoi genitori hanno trasmesso a Riccardo la passione per gli amici a quattro zampe

Quest’anno Eliane e Paolo, oltre all’allevamento, hanno deciso di avviare una nuova attività: un negozio dedicato interamente ai cani a Castelfranco Veneto (TV), in cui trovare accessori e mangime, tutto di alta qualità. “Vogliamo che il nostro negozio sia il punto di riferimento per il cliente: per questo una volta al mese organizziamo una giornata in cui il nostro veterinario di fiducia e un educatore cinofilo rispondono alle domande dei clienti che hanno bisogno di un consulto.”

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“Vogliamo che il nostro negozio sia il punto di riferimento per il cliente”

Per chi desidera conoscere l’allevamento di Eliane e Paolo e il loro negozio:

www.bigshowdogs.com

WOLF & DOG – C’ERA UNA VOLTA UN UOMO, UN CANE E UN LEGAME INDISSOLUBILE

“Da piccolo vivevo in appartamento e i miei non volevano tenere animali domestici, così quando andavo a letto, per rilassarmi, sognavo di avere un cane” ci racconta Luca Vettore, giovane titolare dell’associazione cinofila Wolf & Dog di Padova che si occupa di educazione cinofila, pet therapy e gestisce una piccola pensione per cani. Luca nel 2008, “dopo aver messo da parte un po’ di soldini” ha deciso di seguire i corsi sul comportamento degli animali diventando educatore cinofilo professionale.

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“Da piccolo quando andavo a letto per rilassarmi sognavo di avere un cane”

Dopo varie peripezie nel 2015 Luca riesce ad aprire il suo centro cinofilo in zona Altichiero (Pd). “Mi hanno dato in gestione il terreno circostante ad una casa abbandonata che ora è il mio centro cinofilo e io, in cambio, tengo la proprietà pulita e in ordine. Prima, infatti, era ricovero di drogati, sbandati e prostitute. E’ stato fatto lo sgombero, sono stati puliti i locali dalla sporcizia, è stata murata la casa e sono state fatte le recinzioni. Senza quel sant’uomo di mio padre che mi ha dato una mano a sistemare non ce l’avrei mai fatta.”

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“Senza quel sant’uomo di mio padre che mi ha dato una mano a sistemare non ce l’avrei mai fatta”

Chiediamo a Luca qual è il suo metodo di lavoro, anche se a guardarlo, così timido e discreto, ci facciamo già un’idea. “All’inizio lavoro singolarmente perchè voglio essere sicuro che le persone apprendano quello che gli sto spiegando e perchè la mia soddisfazione più grande è vedere il proprietario del cane contento del lavoro fatto, è lì che ho raggiunto il mio obbiettivo. Le mie non sono semplici lezioni fini a se stesse, sono un percorso durante il quale cane e proprietario imparano a costruire il loro rapporto.” E continua: “Se cominci a parlarmi di cani posso andare avanti ad oltranza, divento logorroico! Non ho mai avuto un cane. Per me un cane sarebbe un compagno di vita, una spalla nelle mie attività quotidiane e un compagno di lavoro. Purtroppo non avrei abbastanza tempo da dedicargli e mi sentirei egoista, ma in compenso mi dedico ai cani dei miei clienti e dei miei amici e per me è sempre una gioia immensa. ”

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“Se cominci a parlarmi di cani posso andare avanti ad oltranza, divento logorroico!”

L’entusiasmo di Luca non si esaurisce nell’educazione cinofila ma abbraccia anche attività socialmente utili, come la pet therapy. “Sono partito con il voler aumentare la mia cultura personale sull’argomento e mi sono chiesto: cosa voglio fare nella vita? La risposta è stata semplice: aiutare gli altri. Così ho deciso di unire la mia passione per i cani a qualcosa di utile, mi sono avvicinato alla pet therapy e ho conosciuto Ada che lavora da anni nelle scuole e negli istituti penitenziari con la pet therapy ed è membro del CISOM, associazione che gestisce i cani del sostegno emozionale per supportare le persone vittime di eventi catastrofici, come quelle coinvolte nel recente terremoto ad Amatrice e nelle cittadine circostanti.”

Luca accompagna Ada nelle scuole per spiegare ai bambini come comportarsi e come interagire con i cani e mentre ce lo racconta percepiamo il suo entusiasmo. Ci tiene a far presente anche un’altra cosa: “ Per puro caso ho visto dei cani da allerta per diabetici e mi sono domandato se in Italia c’è qualcuno che se ne occupa. Mi sono informato e sono venuto a conoscenza del progetto Serena, che si prefigge di riuscire a far avere a tutti coloro che convivono con il diabete un cane allerta, senza che il diabetico sia costretto a sostenere i costi proibitivi imposti in questo momento dalle pochissime realtà esistenti sul territorio italiano.” Nonostante gli impegni Luca si sta muovendo per entrare a fare parte di questo progetto. “Ne sarei davvero orgoglioso” ci dice.

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“Ho deciso di unire la mia passione per i cani a qualcosa di utile, così mi sono avvicinato alla pet therapy “

Chiediamo a Luca se vuole raccontarci qualcos’altro: “Una cosa essenziale con i cani e con tutti gli esseri viventi è il rispetto: io vado incontro al cane, alle sue esigenze, non è lui che deve venire in contro alle mie, non cerco di umanizzarlo, perchè si creano solo delle incomprensioni. Porto i cani alle persone.”

Luca tiene a sottolineare che chi decide di adottare un cane deve essere consapevole delle proprie potenzialità e dei propri limiti, del carattere, dello stile di vita e dell’ambiente in cui vive. E’ inoltre importante conoscere la razza del cane e le sue specifiche esigenze in modo tale da capire se si sarà in grado di gestire il cane nel miglior modo possibile. Per questo Luca organizza degli eventi, ad accesso libero e aperti a tutti, in cui diversi allevatori presentano le proprie razze ai futuri proprietari, offrendo consulenza a chi è intenzionato ad adottare un cucciolo e consigliando il mangime più opportuno alle varie necessità del cane. In questo, noi di Argon, lo sosteniamo. “Argon è un’azienda giovane, del mio territorio, e vista l’alta qualità dei prodotti mi sento assolutamente di consigliarla.”

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“Porto i cani alle persone”

Per chi desidera conoscere la scuola cinofila di Luca Vettore: http://www.asdwolfanddog.it/

ANGELI DI BEA – UNO YORKIE TIRA L’ALTRO

“A nove anni, durante una passeggiata nel centro di Padova, ho visto per la prima volta uno yorkie”, ci racconta Beatrice, titolare dell’allevamento di yorkshire terrier Angeli di Bea, che si trova a Tencarola, in provincia di Padova. “Aveva il pelo lungo, era bello. Avevo chiesto a mia mamma se potevo averne uno anch’io, ma costavano troppo, così mi aveva preso un bastardino a pelo lungo. Ero stata contentissima lo stesso. Il mio primo «vero yorkie» l’ho preso poi a sedici anni: si chiamava Toby. L’ho goduto fino alla vecchiaia. Dopo che è morto ho iniziato a lavorare. Ero fuori casa dalla mattina alla sera, e non potevo più gestire un cane.”.

“A nove anni, durante una passeggiata nel centro di Padova,
ho visto per la prima volta uno yorkie.”

“Per un periodo ho vissuto da sola poi ho deciso di tornare nella casa della mia famiglia e, dieci anni fa, ho preso Charlie. È lo yorkie più vecchio che ho”. Gli yorkshire maschi, ci spiega Beatrice, non sopportano la distanza dal padrone. “Quando di giorno uscivo per lavorare dormiva e rifiutava il cibo, allora gli ho preso una compagna, Milou. Insieme hanno fatto quattro cuccioli, che ho tenuto. Ho iniziato a fare allevamento solo sei anni fa, anche perché all’epoca a Padova era difficile trovare degli yorkshire, bisognava andare a Milano o a Bergamo”.

“Ho iniziato a fare allevamento sei anni fa, all’epoca per trovare degli yorkshire
bisognava andare a Milano o a Bergamo.”

Mentre Beatrice ci racconta la sua storia, tre cuccioli di yorkshire le saltellano intorno: si chiamano Mirage, Zucchero Filato e Poesia. “L’allevamento è al piano di sopra della casa, tutta la mia famiglia vive qui. Abbiamo ventidue cani. Quindici sono miei, ma ho preso anche cani di altri, per esempio uno shih tzu e altri yorkie che magari i padroni hanno scartato per qualche motivo. Io non riuscirei mai a «scartare» uno dei miei cuccioli! Anzi: per me gli yorkie sono come le patatine, uno tira l’altro”, scherza Bea.

“Preparare uno yorkshire per un’esposizione è un’operazione molto lunga e complessa.”

L’allevamento Angeli di Bea è piccolo ma iscritto all’E.N.C.I. (Ente Nazionale Cinofilia Italiana): “Quello che faccio lo faccio per passione. Non facciamo mai più di tre-quattro cucciolate l’anno, e molti cuccioli li tengo io. Anche se ogni tanto capisco che devo un po’ fermarmi”. Chiediamo a Beatrice come passa le sue giornate circondata da tutti questi cagnolini, che sono liberi di girare per la casa e, quando il clima lo permette, anche fuori in giardino: “La mattina mi sveglio e pulisco i tappetini, sistemo le cucce, dò loro il cibo, faccio toelettatura. Gli yorkie con il ciuffo vanno puliti tutte le mattine. E poi ci sono le preparazioni per le esposizioni, che sono molto lunghe e complesse”.

Dominica Dancing Grand Show

Tutti gli yorkshire di Beatrice sono nutriti con Argon Grain Free: “Ho conosciuto i vostri prodotti a un’esposizione”, ci spiega, “La ditta era vicina, così sono andato a bussare direttamente alla porta. Mi trovo benissimo, soprattutto con la linea Grain Free. Di solito con il cambio di crocchette i cani avevano problemi di intestino, invece con Argon no. E poi il loro pelo ora è bello lucido”, ci dice, mentre accarezza Dominica Dancing Grand Show (“L”hanno chiamata così gli allevatori, arriva dalla Russia, è figlia di due campioni”).
Durante la nostra permanenza nell’allevamento-casa di Bea ci stupiamo di come il carattere di tutti i suoi yorkshire sia ottimo. “Hanno la fama di cani un po’ isterici, ma in realtà non è affatto così”, ci spiega Beatrice, “Il problema è che negli anni ’80, in cui ci fu il boom degli yorkshire, molti accoppiamenti furono fatti senza considerare il carattere. L’isteria, insomma, era quella degli umani, non la loro”.

Tutti gli yorkshire dell’allevamento Angeli di Bea sono nutriti con Argon Grain Free.

Scoprite le altre storie Argon qui.

AMBULATORIO VETERINARIO ORSA MINORE – UNA BATTAGLIA QUOTIDIANA PER GLI ANIMALI

“Come credo capiti a molti, questo mestiere lo volevo fare fin da piccola”, ci racconta Elisabetta Borsato dell’Ambulatorio Veterinario Orsa Minore di Torreglia, in provincia di Padova, “anche perché mia mamma ha sempre ospitato e curato gattini e uccellini, e questa cosa m’è stata trasmessa. Poi il lavoro è sempre diverso dal sogno e dall’immagine che hai: oggi quello del veterinario è un mestiere duro, che fai solo se hai passione, di sicuro non per i soldi”. Elisabetta ci racconta le domeniche passate a rispondere a telefonate e fare visite d’urgenza: “A volte sembra che non esista altro nella vita al di fuori del lavoro. Però il rapporto che hai con gli animali, e la soddisfazione di fare qualcosa per loro, sono impagabili”.

Il regalo di una cliente a Elisabetta: “Il rapporto che hai con gli animali, e la soddisfazione di fare qualcosa per loro, sono impagabili”

Mentre chiacchieriamo, il discorso devia spesso su altri argomenti. Capiamo subito che l’entusiasmo di Elisabetta non si esaurisce nel suo lavoro, ma oltre a quella per la salute di cani e gatti abbraccia anche altri tipi di “battaglie”, come quella contro il crematorio voluto dal Comune (“Abbiamo raccolto moltissime firme e ora il Comune ritirerà la delibera”) o l’allevamento intensivo (“Io sono vegetariana, ma non sono un’animalista estrema: guardo le cose con equilibrio e realismo. Certi risultati si raggiungono nel tempo, creando giorno per giorno una cultura del rispetto degli animali”).

“Certi risultati si raggiungono nel tempo, creando giorno per giorno una cultura del rispetto degli animali.”

Elisabetta ha vent’anni di esperienza come veterinaria, e siamo curiosi di conoscere il suo parere sul mondo dell’alimentazione per animali. “In generale secondo il mio punto di vista le allergie sono in aumento, sia tra gli animali che tra gli umani. La causa principale è l’inquinamento, sia dell’aria, che dell’acqua, che degli alimenti che mangiamo, in particolare la carne di pollo, dal momento che spesso i polli che vengono allevati con il metodo intensivo sono nutriti con «mangimi medicati». I primi mangimi che si danno ai cuccioli sono quasi sempre a base di pollo, e il risultato è che l’animale si sensibilizza”.

“Secondo il mio punto di vista le allergie sono in aumento, sia tra gli animali che tra gli umani. La causa principale è l’inquinamento”

“Anche i cereali”, ci spiega Elisabetta, “hanno spesso il problema delle aflatossine, che si possono sviluppare in fase di lavorazione e conservazione. Le multinazionali spesso fanno arrivare i cereali dall’est Europa, e non fanno sufficienti controlli per evitare la presenza di queste muffe. La soluzione secondo me è affidarsi a piccole aziende italiane di qualità, perché controllano con più facilità i loro prodotti, e poi sono vicine e se c’è un problema è facile contattarle”. Elisabetta ci racconta di una sua cliente di Selvazzano che, dopo aver provato diverse marche di crocchette (anche di tipo premium), ha dato ai suoi cani alcuni prodotti della nostra linea Grain Free. “Soffrivano di intolleranze e il mantello era opaco, ora invece mi dice che i suoi cani stanno benissimo. Certo non vuol dire che il Grain Free sia adatto per tutti i cani, ma per quelli che hanno problemi con i cereali è una soluzione. Argon è un’azienda giovane, prima che questa cliente me ne parlasse non la conoscevo, ma vista la qualità dei prodotti mi sento assolutamente di consigliarla”.

Teo, un “piccolo cliente” di Elisabetta

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IL RIFUGIO E.N.P.A. DI MIRA – UN CANILE PROGETTATO PER I CANI

Quando entriamo nel Rifugio E.N.P.A. di Mira, Roberto, il responsabile del canile, ci accoglie con grande disponibilità . “Fa parte della nostra filosofia”, spiega, “Ogni giorno dalle due alle cinque del pomeriggio dedichiamo del tempo ai visitatori che vengono a trovarci. Per noi è importante farci conoscere e far conoscere i nostri ospiti. A volte le persone vengono qui spinte da semplice curiosità  ma poi, dopo un po’ di tempo, ci ricontattano per un’adozione”.

“Ho iniziato a fare il volontario a quattordici anni:
ricordo che avevo appena preso il motorino.”

Il Rifugio E.N.P.A. di Mira è uno dei canili più all’avanguardia in Italia, anche grazie al fatto di essere stato realizzato in tempi recenti e progettato dalla stessa associazione, composta da persone che conoscono bene le esigenze dei cani da ospitare: “Spesso sono i dettagli a fare la differenza: ad esempio per pulire le gabbie non usiamo l’idropulitrice, ossia un getto d’acqua, altrimenti i cani restano bagnati, cosa che per loro non è piacevole, soprattutto in inverno. Le gabbie vengono pulite una ad una dai volontari, con le loro mani, perchè il contatto con le persone è importante. E per noi è fondamentale poter star vicino, ogni giorno, a ognuno dei nostri ospiti, per capire come stanno”.

“La qualità  di un canile è anche una questione di dettagli:
da noi ogni box viene pulito a mano e ha accesso a un’area di sgambamento.”

Mentre percorriamo il corridoio che dall’area uffici del canile porta ai box, vediamo diversi cani muoversi liberi nel prato e giocare insieme. Roberto ci spiega che è una pratica quotidiana all’interno del canile: ogni box ha accesso a un’area di sgambamento, e tutti i cani hanno diverse ore a disposizione per correre e giocare, “Anche quelli di categoria 3, che hanno morso delle persone. Pensate che abbiamo un volontario che passa tutto il giorno a tagliare l’erba: la nostra scelta fin dall’inizio è stata quella di non costruire una spianata di cemento. Ricordo quando sono arrivati i cani sequestrati dal canile di San Giuliano, non avevano nemmeno mai visto un prato”.

Qui tutti i cani, nessuno escluso, hanno a disposizione diverse ore al giorno
per correre e giocare insieme.

Roberto, che conosce i nomi di tutti (!) i circa centottanta ospiti del canile, ce ne presenta alcuni: il nuovo arrivato Gringo, “È un cagnetto fortunato e sta bene: verrà  adottato subito”, Noè, “Aveva la filaria ma l’abbiamo curato e ora ha trovato una famiglia”, e i meno fortunati Ulisse e Principessa, “Provengono da un sequestro: Ulisse è cieco, Principessa la notte stessa in cui è arrivata ha partorito dei cuccioli che sono stati adottati, ma lei è ancora qui. Il nostro obiettivo ovviamente è quello di far rimanere i cani il meno possibile in canile, ma purtroppo ce ne sono alcuni che rimangono per anni: il canile dev’essere un luogo progettato anche per loro, in modo che abbiano una vita dignitosa”.

Severino ha circa 3 anni: per conoscerlo meglio basta cliccare qui.

Argon sostiene il rifugio E.N.P.A. di Mira con regolari donazioni di cibo.
Per conoscere, sostenere e visitare il canile: www.enpamira.com.

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AMBULATORIO VETERINARIO ORSA MINORE – UNA BATTAGLIA QUOTIDIANA PER GLI ANIMALI

“Come credo capiti a molti, questo mestiere lo volevo fare fin da piccola”, ci racconta Elisabetta Borsato dell’Ambulatorio Veterinario Orsa Minore di Torreglia, in provincia di Padova, “anche perché mia mamma ha sempre ospitato e curato gattini e uccellini, e questa cosa m’è stata trasmessa. Poi il lavoro è sempre diverso dal sogno e dall’immagine che hai: oggi quello del veterinario è un mestiere duro, che fai solo se hai passione, di sicuro non per i soldi”. Elisabetta ci racconta le domeniche passate a rispondere a telefonate e fare visite d’urgenza: “A volte sembra che non esista altro nella vita al di fuori del lavoro. Però il rapporto che hai con gli animali, e la soddisfazione di fare qualcosa per loro, sono impagabili”.

Il regalo di una cliente a Elisabetta: “Il rapporto che hai con gli animali, e la soddisfazione di fare qualcosa per loro, sono impagabili”

Mentre chiacchieriamo, il discorso devia spesso su altri argomenti. Capiamo subito che l’entusiasmo di Elisabetta non si esaurisce nel suo lavoro, ma oltre a quella per la salute di cani e gatti abbraccia anche altri tipi di “battaglie”, come quella contro il crematorio voluto dal Comune (“Abbiamo raccolto moltissime firme e ora il Comune ritirerà la delibera”) o l’allevamento intensivo (“Io sono vegetariana, ma non sono un’animalista estrema: guardo le cose con equilibrio e realismo. Certi risultati si raggiungono nel tempo, creando giorno per giorno una cultura del rispetto degli animali”).

“Certi risultati si raggiungono nel tempo, creando giorno per giorno una cultura del rispetto degli animali.”

Elisabetta ha vent’anni di esperienza come veterinaria, e siamo curiosi di conoscere il suo parere sul mondo dell’alimentazione per animali. “In generale secondo il mio punto di vista le allergie sono in aumento, sia tra gli animali che tra gli umani. La causa principale è l’inquinamento, sia dell’aria, che dell’acqua, che degli alimenti che mangiamo, in particolare la carne di pollo, dal momento che spesso i polli che vengono allevati con il metodo intensivo sono nutriti con «mangimi medicati». I primi mangimi che si danno ai cuccioli sono quasi sempre a base di pollo, e il risultato è che l’animale si sensibilizza”.

“Secondo il mio punto di vista le allergie sono in aumento, sia tra gli animali che tra gli umani. La causa principale è l’inquinamento”

“Anche i cereali”, ci spiega Elisabetta, “hanno spesso il problema delle aflatossine, che si possono sviluppare in fase di lavorazione e conservazione. Le multinazionali spesso fanno arrivare i cereali dall’est Europa, e non fanno sufficienti controlli per evitare la presenza di queste muffe. La soluzione secondo me è affidarsi a piccole aziende italiane di qualità, perché controllano con più facilità i loro prodotti, e poi sono vicine e se c’è un problema è facile contattarle”. Elisabetta ci racconta di una sua cliente di Selvazzano che, dopo aver provato diverse marche di crocchette (anche di tipo premium), ha dato ai suoi cani alcuni prodotti della nostra linea Grain Free. “Soffrivano di intolleranze e il mantello era opaco, ora invece mi dice che i suoi cani stanno benissimo. Certo non vuol dire che il Grain Free sia adatto per tutti i cani, ma per quelli che hanno problemi con i cereali è una soluzione. Argon è un’azienda giovane, prima che questa cliente me ne parlasse non la conoscevo, ma vista la qualità dei prodotti mi sento assolutamente di consigliarla”.

Teo, un “piccolo cliente” di Elisabetta

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