GATTI E PET THERAPY NELLA VALLE

In Provincia di Brescia, nella Comunità Montana della Val Trompia, il territorio è particolarmente adatto agli animali selvatici grazie ad un dintorno predominato dal bosco e alla posizione fortunata della Valle. In quest’area vivono anche molte colonie di gatti randagi e la situazione dev’essere tenuta sotto controllo soprattutto per la loro incolumità.

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A Lumezzane, a sud, lo fanno i volontari di A.mici&Co, Associazione sorta grazie alla tenacia di Barbara Renica che è riuscita ad organizzare un Team di 30 volontari appassionati.

Insieme hanno creato da prima un Rifugio per gli animali che poi, pochi anni dopo, è diventato la grande Famiglia, amica di tutti i gatti bisognosi di protezione e di cure della Valle, che è oggi.

Ognuno si occupa di qualcosa: c’è chi fa le pulizie su turni, chi gestisce gli ospiti, chi accompagna i gatti per le vaccinazioni, chi si occupa della burocrazia mentre altri ancora lavorano nella promozione e sensibilizzazione della popolazione del Comune organizzando eventi e attività divertenti; una delle loro volontarie chiamata “L’artista” da Laura, Vice Presidente, presta le proprie abilità artistiche nello spazio trucca bimbi, dipingendo i volti in stile “micio”.

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Rimane essenziale l’impegno nella ricerca e selezione degli adottanti per gli attuali 40 ospiti della struttura. L’Associazione per loro desidera un tetto pieno di calore, coccole e sicurezza.

“Ogni giorno ci occupiamo di nutrirli, curarli, accudirli in ogni modo possibile e nelle sere di apertura al pubblico ci si impegna principalmente proprio perché avvengano gli affidi.”

Ci Racconta “Graz”, uno dei volontari.

“Vins”, veterano dell’Associazione ci parla di una gatta che ha avuto, grazie al loro aiuto, un lieto fine. Di lei ricorda tutto meno il nome: “Forse Molly…” Ci dice. Per i volontari come lui non è l’appellativo quello che interessa ( il “vuoto” nel ricordare il nome ne è l’esempio), per loro  è importante il cosa poter fare per poter svoltare la sfortunata sorte di un innocente micio.

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“Alla gatta mancava una zampina; è stata adottata da una signora che nella vita aveva dovuto affrontare tante operazioni e che ancora doveva farne…”

Vins continua a raccontare:

“…La donna ci disse solo che portava a casa proprio quella gatta perché era certa che nessun’altra persona l’avrebbe presa. Lei, però, la capiva, sapeva cosa voleva dire essere esclusi e tagliati fuori perché diversi. Anni dopo, quando venne a mancare la micia, ci scrisse una lettera bellissima che ancora conservo nella quale ringraziava A.mici&Co degli anni che aveva potuto trascorrere insieme alla sua gatta. Per lei, umana, erano stati i momenti più felici della sua vita.”.

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Sono tantissime le storie come questa, di  scambio tra uomo e gatto e di riscossa, che l’Associazione ha collezionato negli anni di attività. Ci ha commosso quella di Lucia, unica gatta sopravvissuta ad un avvelenamento ai danni di un’intera colonia e trovata agonizzante. I volontari ricordano le lotte all’interno del Consiglio dell’Associazione tra chi era per farla smettere di soffrire subito e chi non aveva perso le speranze e voleva darle ancora qualche giorno.

“E poi miracolo!” Racconta Vins:

“Lucia incomincia a mangiare da sola, ci guarda con quegli occhi che lacrimeranno sempre quel liquido rosso. Certo, terrà la testina piegata verso la parte malata dell’orecchio per tutta la vita ma gli antibiotici, la sua forte volontà e il sostegno del nostro Team le hanno dato quello di cui aveva bisogno e poco dopo anche una casa ed una famiglia affettuosa tutta per lei: i miracoli dell’amore!”

Gli obiettivi del Team di volontari di Lumezzane, attualmente presieduto da Luisa Seneci sono quelli di “Fare il bene della comunità” e allo stesso tempo sensibilizzare la popolazione al “Rispetto delle regole per la tutela dell’incolumità del gatto“, inoltre si occupa, con i gatti ospiti in attesa di un affido, di Sociale collaborando con altre Associazioni del territorio erogando servizi di Pet Therapy.

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“I gatti, come i cani, semplicemente con la loro presenza, esercitano una capacità in grado di armonizzare gli ambienti.” Ci racconta Vins.

La struttura, chiamata anche “Gattile di Lumezzane” si trasforma così, per qualche ora, in una “Comfort Zone” dove alcuni specialisti avvicinano ai gatti persone con sindromi specifiche, disturbi psicomotori o portatori di disabilità; l’attività è geniale e l’empatia che si percepisce all’interno della stanza in quei momenti ha ripercussioni positive sull’umore di entrambi (uomini e animali): è davvero stupefacente!.

 

LA FAMIGLIA CHE ALLEVA AMSTAFF E AUSTRALIAN CATTLE DOG IN UN UNICO ALLEVAMENTO

Petra e Marco sono i proprietari dell’Allevamento, riconosciuto ENCI e FCI, “Smokemout” che si trova vicino al fiume Adige tra le provincie di Padova e di Rovigo.

Il nome scelto per l’attività è un tributo a uno dei loro campioni, “Smoke”, che prende il nome dal detto Western utilizzato dai cowboy in vista dei nemici “Let’s Smoke’em Out!” che, letteralmente, vuole dire: “Polverizziamoli!”, un nome azzeccato che preannuncia tutta la grinta dell’Allevamento. Nella gestione quotidiana collabora anche l’amico Giulio.

Petra e Marco si sono conosciuti grazie alla comune passione per i cani e oltre ad essere soci sono una bella coppia e una famiglia. Marco allevava American Stafforshire Terriers dal 2008 (era noto con il nome “Shining Star’s“) Petra si dedicava ad un’altra razza molto interessante: l’Australian Cattle Dog. Le due razze oggi coesistono nell’Allevamento di Petra e Marco e nella loro vita privata. Il Team è composto da una decina di Amstaff e 4 Australian Cattle Dog.

Petra e uno dei loro amstaff

Allevamento: Petra che ammira adorante uno dei loro Amstaff

Queste due razze in comune hanno una proverbiale dedizione al nucleo familiare: l’Amstaff è un molossoide coraggioso dal cuore dolce che vorrebbe giocare tutto il giorno col padrone e fare con lui attività sportiva; l’Australian Cattle Dog, cane diligente e responsabile, è invece meno “lollone“, selezionato per il lavoro, sente innato il suo compito di protezione del bestiame.

“Selezioniamo questi cani con l’obiettivo di ottenere soggetti il più possibile rispettosi dello standard a livello morfologico, caratteriale e soprattutto di salute, perchè abbiano tutte le caratteristiche per essere degli eccellenti compagni di vita

L'allevatore Marco coccola uno dei loro Australian Cattle Dog

Esposizioni cinofile: Marco coccola uno dei loro Australian Cattle Dog

In casa con loro dormono, comodamente in divano, i “vecchietti” dell’Allevamento: un Australian Cattle Dog di 13 anni e mezzo e 2 Amstaff di 11 e 10 anni. Petra, inoltre, ci racconta che la famiglia si sta allargando, questa volta però a crescere sarà il numero di umani: Marco e Petra aspettano una bambina, che nascerà in primavera.

“Il nostro futuro si preannuncia ricco ed emozionante sotto tutti i punti di vista”

ci confessano elettrizzati.

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L’amore per i cani per Marco è nato da un colpo di fulmine. È bastato uno scambio di sguardi con Dux, il suo primo maschio Amstaff, per capire di avere il destino intrecciato con questa razza. 

Dux era un cane-amico eccezionale:

“Tanto forte, impetuoso quanto dolce e tenero e dotato di un grande equilibrio, riusciva sempre a valutare bene qualsiasi situazione in cui si trovava…ci ha lasciati il 27 dicembre 2017, un anno fa”

I primi passi di Petra nel mondo cinofilo sono avvenuti casualmente, la razza Australian Cattle Dog l’ha conquistata: curiosa e determinata com’è, in poco tempo, ha raggiunto picchi professionali invidiabili. Dal 2018 è Presidente del Club Australian Cattle Dog Italia, riconosciuto ENCI, che si occupa di preservare l razza organizzando rassegne e mostre speciali, prove attitudinali sul bestiame e seminari sulla salute dei cani di questa razza.

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“Abbiamo avuta la fortuna di incontrare di persona il Presidente dell’ENCI Dino Muto il quale si è compiaciuto nel vedere, nel Consiglio Direttivo di una Associazione specializzata, un Presidente così giovane e con la voglia di mettersi in gioco, ha dato la massima disponibilità al Club per venirci incontro in qualsiasi occasione”

I due allevatori di bi-razza viaggiano da anni con i loro cani per l’Europa. Guidano un furgone attrezzato per il benessere degli animali, raggiungono  le Expo Cinofile più importanti dove presentano i loro campioni. Si occupano in prima persona dell’handlering oppure si affidano al Team di Fabrizio Manni, Handler professionista, per il quale hanno molta stima.

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Hanno anche dei cani “in trasferta” come “Irma” – Australian Cattle Dog – che gira la Russia assieme alla Handler Maria Afanasyeva e che sta dando al suo Allevamento grandi soddisfazioni come quella che Marco e Petra ci raccontano aver sentito con la Amstaff Sandy quando, ad aprile scorso, si è aggiudicata il Titolo di Campionessa Assoluta nel Raduno di Razza a Salisburgo.

L’Allevamento Smokemout conclude dandoci un buon insegnamento, grintoso come sono loro e valido nella cinofilia come nella vita: “Bisogna essere sempre consapevoli del proprio lavoro sia nelle vittorie che nelle sconfitte”.

IL TEAM DI AGILITY DOG DEL GARDA

Lei è Lucy, un cane da pastore di taglia piccola, dal manto nero-bianco-grigio (detto Blue Merle), lui invece è Francesco, abita a Castelnuovo del Garda e si occupa di Agility Dog da 10 anni come Istruttore e conduttore cinofilo.
Loro gareggiano in coppia, l’uno al fianco dell’altro, superando gli ostacoli del percorso d’Agility in team, come fanno nella vita di tutti i giorni. Durante le loro esibizioni si resta in apnea dall’emozione. Lei è scattante, lui la dirige con comandi vocali, gestuali e sguardi complici come un buon Direttore fa con la sua Orchestra.

Lucy è un talento naturale, non ha bisogno di alcun guinzaglio, segue con i dolci occhi a mandorla ogni movimento del suo compagno, sempre, senza distrarsi finché lui la posiziona e le dà l’ok di fine gara.

“Il problema è quando sono io a muovermi male, lei mi guarda talmente tanto che finisco per farla sbagliare”

Ci racconta Fra.

Eleganza e precisione nei movimenti, velocità, attenzione ai comandi e devozione all’apprendimento sono solo alcune delle caratteristiche che Francesco Raho ha riconosciuto immediatamente nella giovane “Shetland Sheepdog” quando l’ha portata a casa da un allevamento amatoriale del Garda.

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“Lucy a 18 mesi debuttava nel Ring d’Agility e appena un anno dopo otteneva, in Belgio, il titolo di Campionessa Italiana, la prima gioia di una lunga serie”.

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MILA : IL CANE CHE CERCA LE PERSONE

Mila, di razza Australian Shepherd, è stata scelta, inizialmente, per svolgere l’attività di cane da allerta per l’epilessia. Grazie alle sue doti di apprendimento e riflessività, è stata acquistata all’età di due mesi per iniziare il suo percorso formativo.

“I cani da utilità sociale possono guidare i non vedenti, assistere i disabili o allertare in caso di un abbassamento della glicemia o dell’ avvicinamento di un attacco epilettico.”

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Il cane è stato donato a una famiglia in Polonia, all’età di un anno, dopo un percorso di addestramento effettuato dalla dottoressa Julita Wolny. Il compito di Mila era quello di assistere un bambino epilettico, dalla mattina alla sera e avvisare, tramite degli abbai, l’avvicinarsi delle crisi epilettiche. Oltre a ciò, riusciva ad aprire i cassetti e recuperare i farmaci o altri oggetti utili nelle emergenze.

Purtroppo, il padre del bambino non accettava che Mila abbaiasse ogni volta dell’arrivo delle crisi epilettiche e, quindi, la maltrattava e la lasciava a dormire fuori.

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Quando la dottoressa Wolny ha scoperto che Mila veniva maltrattata, è riuscita a portarla via e a donarla a una famiglia che possedeva già due cani. Il passo successivo è stato quello di individuare a quale conduttore Mila fosse più adatta.

Dopo un’attenta ricerca, Mila ha trovato la famiglia di Lorenza. Fin da subito le due hanno instaurato un rapporto di fiducia, affetto e complicità. Purtroppo, con Paolo, il marito di Lorenza, il rapporto non era ottimale, in quanto Mila temeva gli uomini. Con tanto lavoro e tanta pazienza, Mila è riuscita ad affezionarsi a Paolo, facendo parte di questa famiglia che la potesse amare incondizionatamente.

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Con Lorenza, Mila ha intrapreso una nuova avventura di volontariato nella Protezione Civile per il soccorso e la ricerca dei dispersi. Nel 2017, il cane ha superato l’esame di Operatività Ricerca Persone Disperse in superficie. Attualmente si sta allenando per acquisire il Brevetto di Ricerca su Macerie.

Da tanti anni i cani svolgono il ruolo non solo come compagni di vita ,ma anche come aiuto nelle problematiche di disabilità, handicap mentali e fisici e nella diagnostica (riconoscimento precoce del tumore del polmone e del melanoma) e nella ricerca di persone scomparse e di soccorso.”

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A CAPO VERDE C’E’ CHI AIUTA GLI ANIMALI

A Mindelo, nell’isola di Sao Vicente, a Capo Verde, si trova la sede operativa di SIMABO, una Onlus, nata nel 2008, che aiuta e sostiene gli animali e le persone locali.

La sede per la raccolta fondi e per il finanziamento e coordinamento delle attività dell’Associazione, invece, si trova in Italia, a Borgoratto Alessandrino

La presidente di questa Onlus è Silvia Punzo che, insieme al marito Paolo e al figlio Leonardo, si è trasferita nell’isola capoverdiana 18 anni fa.

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La famiglia di Silvia, fin da subito, si è trovata davanti a molte situazioni critiche, con animali malati e denutriti, che, nonostante questo, condividevano la quotidianità con le persone locali. Ciò che ha maggiormente scosso Silvia è stata la campagna di abbattimento con la stricnina di moltissimi randagi nelle strade di Mindelo.

Silvia, sostenuta dagli amici italiani e dal suo commercialista, ha regolarizzato il tutto con un’Associazione e ,quindi, uno statuto con un programma completo : migliorare la salute delle persone, in particolare dei bambini, passando dalla salute degli animali e dell’ambiente.

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L’Associazione è costituita dai volontari “fissi” : Silvia e Paolo; Rossana ed Erica per la parte veterinaria; Milena per la raccolta fondi; Claudia, la commercialista, per la parte amministrativa e Andrea per la comunicazione.

Molti veterinari italiani, portoghesi, inglesi, francesi e romeni sono andati a Mindelo per sostenere questa causa. Alcuni sono ritornati più volte, altri hanno mandato i colleghi. Anche l’AIVPA ha dato il suo contributo. Inoltre, il prof. Luca Rossi e il prof. Giacomo Rossi hanno supportato l’Associazione sia per alcune consulenze, sia facendo conoscere la Onlus. Inoltre, il Centro Veterinario Monviso, insieme alla veterinaria Rossana, ha affrontato i vari protocolli terapeutici e anestesiologici tutt’ora in uso a Mindelo. Oltre ai veterinari, l’Associazione è aiutata da altre persone, che da tutto il mondo, viene a Mindelo e partecipa attivamente.Oltre ai volontari,sono presenti 15 dipendenti capoverdiani.

“ Ognuno ha le sue specifiche attitudini. Chi è veterinario fa il veterinario, chi è ingegnere o elettricista si occupa di mettere in funzione i computer o il sistema di video sorveglianza, chi è fotografo, fa le foto per il sito, chi è blogger, fa il blogger “

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Vista la necessità di contenere il numero di randagi, il programma principale è la sterilizzazione, educando e informando i cittadini e le Autorità locali su questa opportunità. Infatti, Silvia e gli altri volontari, hanno dimostrato alle Autorità che gli abbattimenti con la stricnina non sono utili alla diminuzione del randagismo e che la strada giusta da intraprendere è quella della sterilizzazione.

Il Ministero della Salute, ha riconosciuto SIMABO come Associazione utile alla salute umana, vedendo i risultati ottenuti con le sterilizzazioni e i trattamenti antiparassitari regolari . Nel 2013, SIMABO ha ottenuto lo statuto di Associazione di Utilità Pubblica del Governo capoverdiano.

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I cittadini di Mindelo hanno rispetto per gli animali e collaborano con i volontari di SIMABO. Infatti, la maggior parte ama gli animali e tante persone approfittano del tempo libero per occuparsi di loro. Questo è un grandissimo passo avanti. Dopo 10 anni , quasi tutti ormai, pagano la quota socio che da diritto alle sterilizzazioni, alla sverminazione e all’assistenza in caso di malattia. Purtroppo, l’Associazione non riesce a coprire tutte le spese della clinica con le quote socio, ma è una soddisfazione vedere che le persone si occupano degli animali.

“Sentiamo la riconoscenza delle persone che portano gli animali da noi, anche al di là del risultato,loro capiscono che facciamo del nostro meglio e gli animali stessi sono eccezionali!Sono tutti molto affettuosi e fiduciosi”.

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L’ Associazione mette a disposizione le adozioni internazionali, ma soprattutto le adozioni a distanza. Infatti, questa tipologia di adozione è la più ricercata rispetto alle altre adozioni.

Tutt’oggi, SIMABO, possiede un rifugio con oltre 100 cani e un gattile con circa 20 gatti”.

I volontari di SIMABO sono più che soddisfatti del loro operato a Mindelo, ma le spese per i medicinali, per gli stipendi dei dipendenti e per i materiali vari, comportano un lavoro continuo e tanti sacrifici.

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Per conoscere ed aiutare l’Associazione SIMABO, visitate il sito : http://www.simabo.org/it/

I VOLONTARI DELLA PUPPY WALKER

Nelle vicinanze di Padova, si trova la sede dell’ Associazione Puppy Walker, nata nel 2004 dall’ iniziativa di un piccolo gruppo di persone, tra cui un veterinario e un addestratore cinofilo. L’obiettivo che si è stabilito fin dalla fondazione, è quello di creare nel territorio circostante un servizio per le persone non vedenti o ipovedenti e per persone portatrici di handicap.

I volontari si sono sempre attivati per promuovere progetti nell’aerea del sociale, tra cui la formazione e preparazione di cani guida per non vedenti, l’addestramento dei cani da assistenza per persone con handicap e la sensibilizzazione dei cittadini alla cultura cinofila organizzando delle visite guidate nelle scuole e nei centri per anziani.

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La sede è a Selvazzano Dentro, in via Pietro Schiavo n.20. La struttura è dotata di un ufficio e una stanza didattica attrezzata per le riunioni dei soci e per le giornate di formazione e incontri. Inoltre, la sede possiede una piccola toelettatura, un’ aerea sgambamento e una zona con ostacoli e percorsi per addestrare i cani guida.

“ L’ Associazione ha circa 80 soci di cui 15 volontari attivi “

I volontari di Puppy Walker hanno collaborato con la Scuola Triveneta dei cani guida fino allo scorso anno, addestrando e consegnando in questi anni circa 70 animali per non vedenti e sostenuto 30 persone con progetti di assistenza. Possono con orgoglio dire che con il loro lavoro hanno contribuito a migliorare la qualità di vita di molte persone.

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I cuccioli vengono acquistati all’età di 3 mesi e vengono affidati a delle famiglie che hanno il compito di accudire e far socializzare il cane. A circa 15 mesi i cani rientrano “in servizio” e inizia l’addestramento. Successivamente, a termine dell’addestramento, ogni cane viene affidato a una persona non vedente. Entrambi, svolgono un corso di almeno due settimane che permette ai due di conoscersi e di fidarsi l’uno dell’altro.

“ Abbiamo aiutato circa 70 persone non vedenti donando il cane guida e circa 30 persone con altri progetti di assistenza “

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L’Associazione, pur avendo difficoltà economiche, affronta la situazione di petto e lavora con passione e dedizione, continuando giorno per giorno la propria missione. Attualmente, la Puppy Walker ha al suo attivo il progetto di addestramento di due cucciole come cani guida e la programmazione di incontri e socializzazione fra non vedenti. Inoltre, tutt’ora, i volontari, tramite un service personalizzato, stanno addestrando un cane da assistenza per una ragazza, con lo scopo di migliorare la sua autonomia.

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Dopo aver affidato i cani a chi ne ha bisogno, l’Associazione si impegna anche a relazionarsi con i famigliari dei non vedenti per supportarli nei momenti di transizione con incondri periodici organizzati anche con il sostegno di professionisti, come psicologi, addestratori cinofili e veterinari.

“ La soddisfazione del nostro impegno lo vediamo realizzato tramite i nostri cani che rendono più semplice la vita e l’autonomia delle persone che aiutiamo. Grazie a loro, queste persone possono essere accompagnate al lavoro o sentirsi sicure di nuotare al mare perché i cani guida le riportano a riva “

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Venite a conoscere la Puppy Walker qui : http://www.puppywalkerselvazzano.it

ROSSINI, LA MASCOTTE DI ROVIGO

Un bellissimo micione con gli occhioni verdi e con il manto rossiccio, si aggira per le strade di Rovigo.

Il suo nome è Rossini ed è la mascotte della città.

Abbandonato nelle campagne bosniache, ferito ad una zampa, è stato recuperato e salvato da Aleksandra, “Saska” per gli amici. Assieme ad altre volontarie, recupera gatti e cani randagi in Bosnia e trova loro una casa accogliente per loro.

Grazie all’aiuto di queste volontarie, Rossini, registrato all’anagrafe felina come “Garfield”, ha incontrato Valentina, una persona favolosa e di cui Rossini è altamente grato.

Valentina fa parte di un’associazione che segue e cura gatti disabili.

“ Ha provato in tutti i modi a fare restare Rossini a casa, ma la sua indole un po’ gitana lo ha portato a girare per le piazze e andare alla ricerca di nuove avventure”.

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Al suo arrivo, il micione è stato registrato con il nome di “Garfield” all’anagrafe, ma successivamente soprannominato “Rossini” dagli abitanti di Rovigo, ignari della sua origine e del fatto che avesse una proprietaria.

“In pratica ha due nomi : Garfield per l’anagrafe e Rossini per i fan “.

Il felino, non volendo vivere in appartamento, ha incontrato tantissime persone, che si sono affezionate a lui. Gli vogliono bene e si prendono cura di lui, offrendo qualche coccola e del cibo.

Ogni tanto torna da Valentina, le vuole bene e qualche volta sente la sua mancanza.

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I negozianti della piazza hanno un occhio di riguardo per Rossini e questo è innegabile. Gli offrono un pasto o un luogo riparato per dormire in inverno. Qualcuno ha posto anche una cuccia nella vetrina del proprio locale per permettere a Rossini di dormire tranquillo e protetto dall’esterno.

Il micio non può assolutamente lamentarsi della gentilezza e della disponibilità della popolazione rodigina!

“Tutti lo riconoscono e gli vogliono bene, ci sono tantissime persone che vengono da altre città solo per conoscerlo e fargli qualche foto “.

Ma Rossini, a causa della sua indole solitaria, pretende di avere i suoi “spazi” e qualche volta non si fa vedere per giorni, facendo preoccupare gli abitanti della città.

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Rossini, non ha preferenze particolari in fatto di cibo ed è di “bocca buona”.

Oltre alla cordialità dei negozianti, alla mascotte di Rovigo, vengono proposti più luoghi per dormire da parte di moltissimi abitanti, amanti dei gatti.

Offrono al micione cibo, acqua e lo proteggono dai parassiti e lo portano dal veterinario se c’è la necessità.

“Una volta aveva catturato un piccione, proprio sotto il Comune, una signora, è intervenuta in difesa del volatile e lo ha fatto scappare, lasciando a bocca asciutta il povero Rossini”.

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La mascotte di Rovigo, è famosa anche per le sue “bravate storiche”.

Infatti, molto spesso, finisce sulle pagine del giornale locale a causa dei suoi pasticci.

Una volta si è trovato sul tetto della Chiesa che si trova in Piazza Roma ( conosciuta anche come Piazza Merlin ) e non riusciva più a scendere. Sono intevenuti i vigili del fuoco per poterlo aiutare a scendere.

Altre volte si è chiuso dentro al vecchio carcere, non riuscendo più a risalire.

“Una volta si è mobilitata mezza città per farlo uscire “.

La bravata che ha fatto più ridere i cittadini è stata quella in cui Rossini si è intrufolato all’interno del Comune facendo visita al Sindaco e agli Assessori. Purtroppo gli scappava e si è lasciato andare, all’interno della sala comunale!

Rossini, nonostante queste bravate, è amato, coccolato ( e un po’ viziato ) da tutti.

Tutt’oggi vaga e gironzola per le vie di Rovigo, ricevendo le attenzioni dei passanti e dei cittadini.

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IL PASTORE ABRUZZESE CHE VIVE CON LA TIGRE

Gianni e Giacomo stanno pulendo la gabbia di Delicia quando Nuk, un giovane e curioso pastore abruzzese, entra.
Il suo sguardo si incrocia con quello di Delicia, tigrotta di 80 giorni.
I due cuccioli si vanno a genio subito e Nuk inizia così a prendersi cura di Delicia.
E’ successo al Tiger Experience di Campolongo, nella campagna veneta in provincia di Venezia.

Gianni e Giacomo soci paritari del Parco, e padroni di casa, ci raccontano come sia nato per caso questo idillio e ci fanno notare che :

“Ogni cucciolo ha bisogno di imparare, Nuk cerca di insegnare alla tigre”

Pierluca Costa, di professione Etologo, allora precisa:

“Cercano di costruire un linguaggio universale che valga bene per entrambi”

e continua:

“…imparano così a comprendere un atteggiamento di un’altra razza e a imparare a dare la risposta migliore.”

La relazione non convenzionale nata al Tiger Experience è oggi anche una sperimentazione co-gestita dal Parco e dal già citato Etologo P. Costa; è inoltre promossa dall’Associazione per la difesa e la tutela della cultura rurale.

Osservando, da live e da remoto, in video, l’etologia dei due cuccioli, e i linguaggi non verbali, si sta studiando come sia possibile unire due diverse specie di animali, che in natura non avrebbero nessun interesse l’uno nell’altro, per creare delle relazioni che siano utili in entrambi i sensi e aprire, dunque anche un nuovo approccio sul collocamento dei grandi felini, una questione che è delicata ancor di più in questi anni di controversie animaliste.

 

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Gianni e Giacomo ci raccontano la storia del Parco Tiger Experience e degli animali che lo abitano: progenia di generazioni nate in Europa, e ci spiegano che si pensa che i primi felini, in Italia, siano stati importati dagli antichi Romani per gli spettacoli al Colosseo.
Al Parco vivono leopardi, la tigre bianca, il leone con la leonessa e proprio sul re e la regina della savana Gianni e Giacomo ci raccontano tante curiosità come ad esempio che i leoni per etologia hanno un ritmo sonno-veglia molto particolare, dormono dalle 18 alle 22 ore al giorno.

I proprietari del Parco oltre a gestire gli animali della struttura promuovono delle attività educative, e dei progetti, per le scuole che mirano a diffondere una coscienza realistica “non umanizzata” sul mondo animale.

“Ci teniamo a spiegare a chi viene a trovarci che quando ci rapportiamo con un animale è
importante ricordare che non abbiamo a che fare con dei cartoni animati”.

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La complicità tra i due cuccioli ha comunque appassionato molti tra cui anche Mauro Zaratin,
Consigliere Nazionale della Associazione per la difesa e la promozione della cultura rurale che ha
commentato riportando una riflessione connessa alla questione di ruralità:

“Una volta nelle case di campagna convivevano l’uomo, le mucche, i maiali, le pecore, i gatti i cani e perfino i topi, come in una società”

continua:

“tra loro riuscivano in qualche modo effettivamente a colloquiare, con un linguaggio non verbale”.

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Nuk è un cane da montagna, selezionato tipico abruzzese, dunque è ricco di un istinto di protezione che è originale, innato nel suo dna.

“Proviene da generazioni di cani selezionati per la protezione dei greggi, il suo ceppo è allevato da me in Abruzzo dal 1970”

Così ci racconta il suo allevatore Donato Giovanni dall’Aquila:

“Un tempo i Romani decisero di prendere esempio dai popoli abruzzese che usava i cani nei greggi di pecore”

In Abruzzo viene utilizzato anche per la protezione di mucche e cavalli dato il loro forte istinto protettivo verso l’animale con il quale da cuccioli creano un legame.
Donato continua:

“Nuk proteggerà sempre quella tigrotta”.

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I bellissimi pastori abruzzesi sono cani potenti e da montagna, grossi fisicamente e con un animo molto equilibrato.
L’affiatamento con Delicia è dunque molto interessante e di reciproco insegnamento.

“Io spesso vedo lui che due “scapaccione” glieli da alla tigre ”

afferma Gianni.

Delicia si comporta infatti come il classico cucciolo, vuole giocare di continuo. E’ una quarta
generazione di tigre nata nel Centro di Campolongo; tutte quante, negli anni, sono state accudite da Gianni e, poi, da Giacomo. Sono felini sereni, molto legati ai padroni.

“Il loro comportamento è molto più diretto di quello che pensiamo noi, semplicemente perchè non sono umani”.

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Visitate il sito del Parco : http://www.tiger-experience.com/

LE VOLONTARIE DI “EL ALMA DE DOGO”

El Alma de Dogo Argentino è il primo e unico rescue di razza italiano, che si occupa di Dogo abbandonati e maltrattati, nel corpo e nell’animo, sia in Italia che ultimamente anche in altri Paesi.

La Presidente è Erika Lakin, nata e cresciuta in mezzo ai cani, aiutata da un team composto da volontarie presenti in buona parte del territorio italiano. Tutte amanti della razza e con le competenze necessarie per ricoprire quel ruolo.

L’ Associazione, attiva dal 2008, opera per la diffusione di una cultura cinofila diversa, più sensibile. Partendo dall’idea che il cane faccia parte della vita di ogni famiglia, insistono per controlli veterinari più efficaci, atti a diminuire le incidenze di cani sordi alle nascite.
Erika e gli altri volontari offrono, con questo obiettivo, un aiuto concreto a tutti gli allevatori che hanno cuccioli con questa disabilità .

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Il Dogo Argentino è un molosso di taglia grande, statuario, a pelo raso, candido. Selezionato per la caccia al cinghiale ed al puma in Sud America, ha mantenuto un istinto predatorio molto alto. Un cane affascinante che richiede molto impegno, ma che dà molte gratificazioni.

Le volontarie ci raccontano che la caratteristica principale dell’animo di questi cani è la grande sensibilità che restituiscono, nel bene e nel male, a chi sta con loro.

“Non è un cane adatto a tutti, ma se entra nella tua vita, lui ripaga con totale devozione, lealtà ed un attaccamento empatico ai membri della famiglia”.

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Erika ci racconta di un colpo di fulmine che ha cambiato la sua vita e quella di molti sfortunati cani:

“Un giorno al mercato della mia città mi sono imbattuta in una cagnolona bianca e bellissima. Stava seduta dentro una grossa cesta sul tavolino di un banchetto di un rifugio, io mi sono avvicinata, lei mi ha messo le zampe sulle spalle e mi ha leccata. E’ stato così che ho conosciuto Tara, il primo cane di mia proprietà, la mia prima dogo, la mia prima adozione ed il mio grande amore”.

Erika continua con questa bella storia:

“E’ stata con me solo 4 anni, lasciando un vuoto incolmabile ed un’impronta indelebile.
A lei devo l’inizio del mio viaggio nel volontariato e della mia passione per questa razza.
Il mio amore per lei mi ha spinta a voler aiutare tutti i cani che in qualche modo me la ricordano.”

Oggi nella sua vita e nella sua casa ci sono Cruz , dogo sorda adottata da adulta, Taio, meticcio pitbull, Brunhilde, bassotta a pelo duro, fobica e leishmaniotica e, infine, 3 gatti, adottati, che sono entrati a far parte della famiglia da poco.

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Attualmente segue 19 cani : gli adulti vivono tutti in pensione e i cuccioli sono invece in stalli casalinghi. Erika ce li presenta tutti per nome e condivide con noi la loro storia. Sono cani dal passato difficile, in comune hanno il ricordo di una sfortuna esperienza : l’uomo ignorante o crudele.

Ci cattura Yoshi, arrivato dalla Sicilia, positivo alla leishmaniosi e che cerca il suo posto nel mondo da ormai un anno e mezzo. Anche Filippo, arrivato dall’ Albania in uno status di denutrizione molto grave, è in attesa di un’adozione.

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La storia di adozione che Erika ricorda con più piacere è quella di Apache, dogo arrivato da un sequestro dall’isola d’Elba con la sua compagna, un lupo cecoslovacco. Aveva circa 8 anni e probabilmente era stato investito. E’ rimasto in pensione a Pistoia per mesi e ha conquistato tutti con la sua dolcezza. Un giorno ci è arrivata una richiesta di adozione da parte di Federica che nonostante l’età del dogo e con un probabile tumore, lo ha portato a casa con sé. Adesso Apache ha 10 anni, non è molto stabile sulle zampe, ma è un cane felice, amato e che ha avuto la possibilità di avere una seconda vita, la prima vera.

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MARIANNA – LA FOTOGRAFA DEI GATTI

Marianna Zampieri è una fotografa ed una gattofila nata: così lei stessa si presenta a noi sorridendo mentre sposta di lato i lunghi capelli scuri, che le coprivano gli occhi verdi e vigili.

La incontriamo durante una delle sue temporary art exhibit a Vicenza, la sua città. Inserita in un contesto urbano delizioso, la mostra, ha un protagonista speciale: il gatto. Le fotografie appese alle pareti candide della Pasticceria Venezia – fanno parte del progetto più recente di Marianna dal titolo “Cats in Venice” e ritraggono i gatti e le loro case tra i ponti e le Calli della città nota, tra le altre cose, per la maschera della colombina. I colori utilizzati nelle opere sono tenui e delicati, rispettosi della bellezza eterea sia dell’animale che della vita veneziana. Il progetto non si limita alla fotografia: ogni scatto è infatti accompagnato dalla storia del gatto che Marianna ha incontrato e catturato con una reflex.

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Con Marianna a Vicenza vive un vaporoso gatto di 6 anni, Arthur, il “modèle principal” delle fotografie di lei ed il suo attuale compagno di vita, oltre al marito, certo, con il quale si è sposata la primavera scorsa. “Una cerimonia decisamente intima (solo noi sposi con genitori e testimoni) all’insaputa di tutti.. Ma non avrei sopportato l’idea che nelle foto del giorno più importante della mia vita non ci fosse Arthur, il mio adorato gatto” Quel giorno Marianna ha realizzato, allora, una serie di autoscatti con l’invitato d’onore, il fascinoso Arthur: lei indossa l’abito bianco lui sta al suo fianco fiero, con il suo solito pelo lucente, ed è assolutamente raggiante. La fotografa ha così inserito in Portfolio i servizi fotografici con i gatti di famiglia, per i matrimoni. Gestisce, inoltre, per passione la pagina Facebook www.facebook.com/IGattidiVicenza dedicata alla adozione e alle donazioni di cibo per le colonie di gatti della sua zona.

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La quotidianità di Marianna a contatto con il portamento e con la solenne, e ben definita, identità di Arthur continua ad ispirare la sua arte. Il progetto Passions racchiude scatti di felicità casalinga mentre C-AT Work è una raccolta di fotografie realizzate in luoghi che sono di lavoro per l’uomo e che, al contempo, sono le accoglienti case di un felino. “C-AT mi ha permesso di vedere i gatti inseriti negli ambienti più inusuali e allo stesso tempo di conoscere persone fantastiche che hanno scelto di avere come “collega” di lavoro un gatto.”

Marianna raggiunge l’attenzione del gatto facilmente, a loro lei piace, sa come comportarsi dato che ha avuto la fortuna di crescere in loro compagnia. “L’unico trucco che a volte mi concedo per attirare l’attenzione del soggetto è l’uso di oggetti con cui possa giocare, ad esempio, spesso nei servizi a domicilio porto dei fiori finti, belli da vedere in foto e perfetti per far divertire i gatti”.

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Marianna ci racconta un episodio, accaduto in un suo set, che ricorda con una certa emozione. Avrebbe dovuto fotografare un’insegnante di Opera lirica al pianoforte ed il suo gatto Scheggia ma, all’esterno, la bella giornata di sole catalizzava tutta l’attenzione del felino. La fotografa e la cliente erano ormai pronte a rinviare la sessione fotografica quando l’insegnante iniziò a cantare accompagnandosi con la musica. “Nel momento stesso in cui la sua compagna umana ha cominciato a cantare è stata come magia! Scheggia si è avvicinata completamente in estasi, per poi arrampicarsi sul pianoforte a godersi l’esibizione! E io ero lì, fortunata e unica spettatrice di questo spettacolo”.

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Marianna è una fotografa emozionale, il suo lavoro piace per la spontaneità, l’eleganza e l’umiltà che, il momento intimo da lei vissuto ed impresso, suscita. “Non so di preciso cosa possano trasmettere le mie foto, ma sono convinta che se piacciono a persone che sanno leggere manifestazioni ed espressioni del gatto, posso ritenermi soddisfatta.” Alzando lo sguardo verso le sue fotografie, Marianna, ci svela cosa desidera. “Spero vi arrivi il totale rispetto che ho per loro, per la loro capacità di adattarsi alle situazioni pur rimanendo sempre sé stessi, e per la loro indipendenza che, ogni tanto, ci regala momenti di preziosa condivisione”.

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Vieni a conoscere Marianna Zampieri nel suo sito: http://www.mariannazampieri.it/