A VENEZIA C’E’ CHI SI OCCUPA DEI GATTI CON UN’ANIMA INGLESE

Dingo Onlus è un Associazione per la Protezione degli Animali Randagi,  con sede a Venezia, che conta più di 500 soci regolarmente iscritti. Dingo gestisce il gattile-rifugio di Malamocco, si prende cura di circa 2.000 gatti raggruppati in colonie nel Centro Storico, nelle Isole lagunari e in Terraferma. L’associazione raccoglie donazioni per il controllo demografico e il soccorso veterinario, oltre a scatolame che distribuisce, attraverso i volontari, alle colonie più bisognose. Questo è il loro sito www.dingovenezia.it

Ci racconta un volontario che “il sodalizio tra gatti e Veneziani si perde nella notte dei tempi. Ai tempi del Doge i felini lagunari erano considerati animali di pubblica utilità, cacciatori di roditori in terra e in mare, e come tali rispettati, perfino con un marinaio incaricato della loro cura se imbarcati al servizio di un armatore. Tuttavia anche i gatti caddero in disgrazia con la fine della Repubblica Serenissima e i secoli successivi. Ancora di più oggi, con l’invasione del turismo di massa degli ultimi venti anni, i gatti sono stati scacciati dai campi e dalle calli per far posto alle attività di ristorazione e ai percorsi delle comitive”.

Nata nel 1969 dalla collaborazione tra Helena Sanders, zoofila e animalista britannica e Gina Scarpabolla, attivista locale, Dingo Onlus ha sempre mantenuto questa doppia anima inglese e italiana, tanto che ancora oggi è membro dell’AISPA (Anglo-Italian Society for the Protection of Animals), che annualmente finanzia il progetto presentato dall’associazione.

“I volontari Dingo alimentano quotidianamente i gatti di strada, curano quelli malati e proteggendoli dai maltrattamenti. Con passione recuperano i gatti domestici abbandonati e incapaci di provvedere a se stessi e cercano per loro adozione (entrando nel sito www.tiny.cc/dingo-adozioni è possibile conoscere i mici adottabili), si occupano dell’educazione zoofila nelle scuole e di sensibilizzare la popolazione sulla tematica del randagismo felino, cercano gli sponsor e le risorse economiche necessarie ai tutti gli interventi veterinari.” ci dice Marilena la presidente.

Da molti anni l’Associazione Dingo svolge la sua attività anche in Terraferma, in località periferiche dove vivono migliaia di gatti randagi in condizioni molto difficili a causa del traffico, della scarsità di cibo e della progressiva cementificazione delle aree verdi. La raccolta alimentare ci consente di incanalare le nostre scarse risorse nelle campagne di sterilizzazione perché il controllo demografico è per noi il primo obiettivo, tanto che ci occupiamo per il Comune di Venezia del censimento della popolazione felina sul territorio veneziano.

“ Per noi è importante cercare di garantire un adeguato benessere a tutti i gatti del nostro territorio, offrendo loro la giusta assistenza sanitaria e un’adeguata alimentazione” ci dice Marco; ci ricorda inoltre che e per chi non può adottare un loro micio e possibile farlo a distanza consultando www.tiny.cc/dingo-adozioni-distanza.

SHAR PEI: I CANI DALLA PELLE DI SABBIA

Nel Parco protetto di Osio in provincia di Bergamo, in una bella area naturalistica in prossimità del fiume Brembo, Lucia e Francesco con la loro famiglia allevano dei cani speciali con delle caratteristiche uniche: gli Shar pei. È questa una razza di cani che proviene dal Tibet di cui si trova traccia in Cina nel III secolo a.c. L’etimologia del nome è ‘pelle di sabbia’, legata forse al colore del manto (quello originale è simile alla sabbia dalle varie tonalità come il miele) o forse al tessuto particolare del mantello: accarezzandolo contropelo sembra di accarezzare la sabbia.

Ci dice Lucia: “Prima abitavamo in un appartamento con otto Shar pei che non andavano molto d’accordo e quindi li tenevamo in stanze diverse, poi nel 2015 ci siamo trasferiti nel parco, un bellissimo contesto naturale. La vita dei nostri cani, come pure la nostra, è cambiata radicalmente.” Questo cambiamento ha permesso a Lucia, al marito Francesco e ai loro due figli di godere ancora meglio della compagnia dei loro cani speciali.

 

Gli Shar pei sono cani che si legano affettivamente e ti fanno appassionare alle loro caratteristiche uniche ed esclusive. “Sono cani calmi ed indipendenti che per il loro carattere assomigliano molto ai gatti: sono dormiglioni e un po’ pigri, casalinghi, territoriali e allo stesso tempo sereni ed affettuosi. Possono vivere anche in appartamento.” ci conferma Francesco.

“Quando qualcuno viene a prendere uno dei nostri stupendi cuccioli poi non cambia più razza… Si dice che gli Shar pei siano come le ciliege: quando ne

hai uno, dopo poco tempo cresce il desiderio irresistibile di prenderne un altro, magari di sesso opposto per rendere migliore la loro convivenza.

Gli Shar pei nascono come cani da guardia infatti nel rapporto con gli altri cani sanno farsi rispettare. Allo stesso tempo con l’uomo, creando il giusto rapporto, sono particolarmente tranquilli e affettuosi. “Pensa che i nostri due figli, che sono un po’ teppistelli come del resto tutti i bambini vivaci della loro età, sono cresciuti al meglio con i nostri Shar pei: abbiamo spiegato a loro i comportamenti da evitare e così in modo naturale, giocando e divertendosi, hanno costruito dei rapporti stupendi“.

Questo ci racconta Lucia… e noi ne siamo convinti!

EDUCARE CANE E PADRONE CON IL METODO COGNITIVO-RELAZIONALE

“Dio li fa e poi li accoppia” un proverbio vecchio come le montagne che per Valentino e Chiara è valido davvero. Condividono la passione per gli animali, l’interesse per le Attività Cinofile a livello professionale, credono nel Metodo cognitivo-relazione che prende spunto dalla Psicologia Cognitiva e dalla Psicologia Relazionale; dal 2017 sono i due proprietari del Centro Cinofilo Togo, riconosciuto dal CONI, con sede a Noventa Vicentina (Vicenza). Tutto parte qualche tempo prima con la decisione di intraprendere, insieme, un Corso Professionale per diventare Educatore Cinofilo organizzato dalla Scuola INSCA (Istituto Nazionale per lo studio del comportamento animale) spinti dal desiderio di voler interpretare i gesti e le emozioni del loro cane “Togo”, un Labrador marrone cioccolato affetto dal Morbo di Addison, una malattia dell’Ipofisi che rende impossibile la gestione autonoma dei momenti di stress, anche di piccola entità, a causa della mancata creazione di determinati ormoni.

Quello che imparavamo al Corso lo riportavamo a casa, da Togo, che ci guardava come per dire: Sono felice! Finalmente mi avete capito!

Chiara oggi è addestratore ENCI e fa parte dell’APNEC (Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili) mentre Valentino è istruttore di Relly Obidiance e di Scent Game – alcune delle attività sportive da fare con il cane che si avvalgono delle specifiche capacità dell’animale (ad esempio dell’olfatto sopraffino) e che rispettano la corretta relazione uomo-cane permettendo di “misurarsi” insieme. Valentino ci spiega che queste attività sono capaci di migliorare il rapporto “di coppia” e che nel cane portano a un naturale sviluppo della sicurezza personale, spesso dunque sono attività proposte a quei cani (e padroni) che hanno paure da superare o che vivono situazioni stressanti.

Togo ci ha insegnato tanto ma è la Golden Retriever Toffee la parte attiva del Centro

Toffee è la “collega” della coppia, la cagnolina che hanno educato sulle regole del metodo cognitivo-relazionale da loro promosso. La Golden lavora attivamente nel Centro, si “occupa” delle Puppy Class che riesce a gestire benissimo:

Si guadagna anche lei la pagnotta!

Scherza Chiara guardando la bella cagnolina che sonnecchia rilassata nel Campo d’addestramento mentre ascolta i “colleghi” che raccontano di lei, di loro e di Togo, che purtroppo è mancato tempo fa a causa di un tumore ma che, con il suo ricordo, è presente costantemente nella vita dei tre, come nel nome del Centro Cinofilo proprio a lui dedicato.

Non è mai troppo tardi per educare un cane

Ci tengono a precisare i due Educatori, e continuano:

Togo ne è stato l’esempio, ce l’ha chiesto fino all’ultimo e fortunatamente siamo riusciti a dargli quello che voleva: la comprensione dei suoi atteggiamenti, grazie al metodo cognitivo-relazionale.

Ci dicono Chiara e Valentino lasciando trapelare l’amore per ciò che fanno. La coppia crede che cane e proprietario debbano ragionare entrambi con l’obiettivo di tradurre il linguaggio l’uno dell’altro, per questo motivo usano i bocconcini solo per rinforzare l’esercizio. L’attività al Campo è focalizzata sulla comprensione specifica delle situazioni e sull’analisi del linguaggio anche non verbale:

Noi uomini siamo sempre monotono, i cani hanno mille modi per abbaiare, un linguaggio incredibile che noi ce lo scordiamo.

Non c’è alcun dubbio che i cani parlino più di noi, anche solo “strizzando” gli occhi provano a dirci qualcosa, ma cosa?

Secondo Valentino e Chiara l’Educazione Cinofila serve a colmare questa nostra umana incapacità di tradurre, autonomamente, i comportamenti dell’animale che amiamo e che condivide la sua vita con noi. Non basta allora insegnare qualche comando al cucciolo ma bisognerebbe approfondire, e riprendere, con le lezioni di educazione ad ogni cambio di fase di vita del nostro amico a 4 zampe:

Come noi uomini anche i cani vivono diverse fasi di vita, ognuna ha specifiche caratteristiche di linguaggio e comportamento che dovremmo essere capaci di comprendere.

Si pensi solo a come un bambino cambia con l’arrivo dell’adolescenza e ancora con la maturità… Ecco anche il nostro cane cambierà, è la giostra della vita e la Natura ne è l’unica giostraia. Noi da umili spettatori possiamo solamente cercare di comprenderla a pieno e vivere in serenità i nostri rapporti, anche quello con il nostro cane.