GABRIELLA: L’ANGELO DI TORINO CHE PROTEGGE I CANI E I GATTI

A Torino c’è una persona speciale chiamata Gabriella che ha scelto di dedicare la sua vita agli animali con amore, sacrificio e dedizione; Questa splendida signora di 76 anni accoglie animali randagi e abbandonati, spesso vittime di maltrattamenti, senza qualcuno che li sappia accudire come meriterebbero. Lei ha fondato nel 2013 l’associazione Gattagorà, con sede a Torino in corso San Maurizio, 35 mettendo insieme la volontà di alcune magnifiche persone che gratuitamente ogni giorno offrono il loro tempo e la loro generosità al servizio di cani e gatti sfortunati.

L’associazione gestisce il “Parco Colletta”, un’ampia area verde che ospita oltre 200 gatti, luogo sicuro e confortevole dove gli animali trovano dimora in case, casette e cucce che nella stagione più fredda sono riscaldate e in quella più calda protette dal sole. I volontari dell’associazione prestano molta attenzione alla salute dei piccoli amici e cercano di garantire loro nel migliore dei modi una corretta alimentazione con un’adeguata assistenza veterinaria.

L’associazione provvede inoltre al mantenimento di circa 100 cani randagi che sono stati abbandonati in tre diverse zone della città di Torino e si prende cura attivamente delle adozioni dei cani provenienti da canili o dal randagismo soprattutto del Meridione. Ci racconta Gabriella che in molti casi si trova ad accogliere e seguire nella sua abitazione diversi animali domestici, orfani di persone decedute o ricoverate, che altrimenti non avrebbero una dimora e non sarebbero accuditi come meritano.

L’associazione ci informa che quest’estate le strutture del parco gatti Colletta sono state gravemente danneggiate da due nubifragi che si sono abbattuti sulla periferia nord di Torino. Molte tettoie sono andate distrutte, sono state divelte delle recinzioni per la caduta di due alberi ed è stato danneggiato il cancello d’ingresso. La cosa più spiacevole che ha rattristato molto i volontari è che a causa di questo evento sono entrati nel parco dei ladri che si sono appropriati di stufe, macchinari e di altri attrezzi indispensabili per la cura del parco.

Molte sono le spese che un’associazione come Gattagorà deve sostenere ogni giorno per garantire agli ospiti a quattro zampe una vita dignitosa: il cibo, le cure sanitarie, gli interventi veterinari per le sterilizzazioni, ecc. L’evento di quest’estate ha portato l’associazione a dover sostenere ulteriori spese che gravano sul suo già modesto bilancio.

Tuttavia nulla può fermare Gabriella Torgano, che nonostante le tante difficoltà economiche, continua nella sua opera di accoglienza dei cani e dei gatti più sfortunati senza mai risparmiarsi. Proprio per questa ragione importante è il sostegno di coloro che amano gli animali ed hanno a cuore la loro sopravvivenza magari donando dei sacchi o delle scatolette di mangime; per chi lo desidera è anche possibile effettuare donazioni per gli interventi veterinari necessari alle cure sanitarie e per le sterilizzazioni. I loro riferimenti sono: associazione.gattagora@gmail.com – tel. 334 5261428.

Per fortuna ci sono ancora persone come Gabriella e i suoi volontari che riescono a mettere insieme la passione per gli animali con la solidarietà e l’attenzione a quelli più indifesi e bisognosi.

A VENEZIA C’E’ CHI SI OCCUPA DEI GATTI CON UN’ANIMA INGLESE

Dingo Onlus è un Associazione per la Protezione degli Animali Randagi,  con sede a Venezia, che conta più di 500 soci regolarmente iscritti. Dingo gestisce il gattile-rifugio di Malamocco, si prende cura di circa 2.000 gatti raggruppati in colonie nel Centro Storico, nelle Isole lagunari e in Terraferma. L’associazione raccoglie donazioni per il controllo demografico e il soccorso veterinario, oltre a scatolame che distribuisce, attraverso i volontari, alle colonie più bisognose. Questo è il loro sito www.dingovenezia.it

Ci racconta un volontario che “il sodalizio tra gatti e Veneziani si perde nella notte dei tempi. Ai tempi del Doge i felini lagunari erano considerati animali di pubblica utilità, cacciatori di roditori in terra e in mare, e come tali rispettati, perfino con un marinaio incaricato della loro cura se imbarcati al servizio di un armatore. Tuttavia anche i gatti caddero in disgrazia con la fine della Repubblica Serenissima e i secoli successivi. Ancora di più oggi, con l’invasione del turismo di massa degli ultimi venti anni, i gatti sono stati scacciati dai campi e dalle calli per far posto alle attività di ristorazione e ai percorsi delle comitive”.

Nata nel 1969 dalla collaborazione tra Helena Sanders, zoofila e animalista britannica e Gina Scarpabolla, attivista locale, Dingo Onlus ha sempre mantenuto questa doppia anima inglese e italiana, tanto che ancora oggi è membro dell’AISPA (Anglo-Italian Society for the Protection of Animals), che annualmente finanzia il progetto presentato dall’associazione.

“I volontari Dingo alimentano quotidianamente i gatti di strada, curano quelli malati e proteggendoli dai maltrattamenti. Con passione recuperano i gatti domestici abbandonati e incapaci di provvedere a se stessi e cercano per loro adozione (entrando nel sito www.tiny.cc/dingo-adozioni è possibile conoscere i mici adottabili), si occupano dell’educazione zoofila nelle scuole e di sensibilizzare la popolazione sulla tematica del randagismo felino, cercano gli sponsor e le risorse economiche necessarie ai tutti gli interventi veterinari.” ci dice Marilena la presidente.

Da molti anni l’Associazione Dingo svolge la sua attività anche in Terraferma, in località periferiche dove vivono migliaia di gatti randagi in condizioni molto difficili a causa del traffico, della scarsità di cibo e della progressiva cementificazione delle aree verdi. La raccolta alimentare ci consente di incanalare le nostre scarse risorse nelle campagne di sterilizzazione perché il controllo demografico è per noi il primo obiettivo, tanto che ci occupiamo per il Comune di Venezia del censimento della popolazione felina sul territorio veneziano.

“ Per noi è importante cercare di garantire un adeguato benessere a tutti i gatti del nostro territorio, offrendo loro la giusta assistenza sanitaria e un’adeguata alimentazione” ci dice Marco; ci ricorda inoltre che e per chi non può adottare un loro micio e possibile farlo a distanza consultando www.tiny.cc/dingo-adozioni-distanza.

SHAR PEI: I CANI DALLA PELLE DI SABBIA

Nel Parco protetto di Osio in provincia di Bergamo, in una bella area naturalistica in prossimità del fiume Brembo, Lucia e Francesco con la loro famiglia allevano dei cani speciali con delle caratteristiche uniche: gli Shar pei. È questa una razza di cani che proviene dal Tibet di cui si trova traccia in Cina nel III secolo a.c. L’etimologia del nome è ‘pelle di sabbia’, legata forse al colore del manto (quello originale è simile alla sabbia dalle varie tonalità come il miele) o forse al tessuto particolare del mantello: accarezzandolo contropelo sembra di accarezzare la sabbia.

Ci dice Lucia: “Prima abitavamo in un appartamento con otto Shar pei che non andavano molto d’accordo e quindi li tenevamo in stanze diverse, poi nel 2015 ci siamo trasferiti nel parco, un bellissimo contesto naturale. La vita dei nostri cani, come pure la nostra, è cambiata radicalmente.” Questo cambiamento ha permesso a Lucia, al marito Francesco e ai loro due figli di godere ancora meglio della compagnia dei loro cani speciali.

 

Gli Shar pei sono cani che si legano affettivamente e ti fanno appassionare alle loro caratteristiche uniche ed esclusive. “Sono cani calmi ed indipendenti che per il loro carattere assomigliano molto ai gatti: sono dormiglioni e un po’ pigri, casalinghi, territoriali e allo stesso tempo sereni ed affettuosi. Possono vivere anche in appartamento.” ci conferma Francesco.

“Quando qualcuno viene a prendere uno dei nostri stupendi cuccioli poi non cambia più razza… Si dice che gli Shar pei siano come le ciliege: quando ne

hai uno, dopo poco tempo cresce il desiderio irresistibile di prenderne un altro, magari di sesso opposto per rendere migliore la loro convivenza.

Gli Shar pei nascono come cani da guardia infatti nel rapporto con gli altri cani sanno farsi rispettare. Allo stesso tempo con l’uomo, creando il giusto rapporto, sono particolarmente tranquilli e affettuosi. “Pensa che i nostri due figli, che sono un po’ teppistelli come del resto tutti i bambini vivaci della loro età, sono cresciuti al meglio con i nostri Shar pei: abbiamo spiegato a loro i comportamenti da evitare e così in modo naturale, giocando e divertendosi, hanno costruito dei rapporti stupendi“.

Questo ci racconta Lucia… e noi ne siamo convinti!

EDUCARE CANE E PADRONE CON IL METODO COGNITIVO-RELAZIONALE

“Dio li fa e poi li accoppia” un proverbio vecchio come le montagne che per Valentino e Chiara è valido davvero. Condividono la passione per gli animali, l’interesse per le Attività Cinofile a livello professionale, credono nel Metodo cognitivo-relazione che prende spunto dalla Psicologia Cognitiva e dalla Psicologia Relazionale; dal 2017 sono i due proprietari del Centro Cinofilo Togo, riconosciuto dal CONI, con sede a Noventa Vicentina (Vicenza). Tutto parte qualche tempo prima con la decisione di intraprendere, insieme, un Corso Professionale per diventare Educatore Cinofilo organizzato dalla Scuola INSCA (Istituto Nazionale per lo studio del comportamento animale) spinti dal desiderio di voler interpretare i gesti e le emozioni del loro cane “Togo”, un Labrador marrone cioccolato affetto dal Morbo di Addison, una malattia dell’Ipofisi che rende impossibile la gestione autonoma dei momenti di stress, anche di piccola entità, a causa della mancata creazione di determinati ormoni.

Quello che imparavamo al Corso lo riportavamo a casa, da Togo, che ci guardava come per dire: Sono felice! Finalmente mi avete capito!

Chiara oggi è addestratore ENCI e fa parte dell’APNEC (Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili) mentre Valentino è istruttore di Relly Obidiance e di Scent Game – alcune delle attività sportive da fare con il cane che si avvalgono delle specifiche capacità dell’animale (ad esempio dell’olfatto sopraffino) e che rispettano la corretta relazione uomo-cane permettendo di “misurarsi” insieme. Valentino ci spiega che queste attività sono capaci di migliorare il rapporto “di coppia” e che nel cane portano a un naturale sviluppo della sicurezza personale, spesso dunque sono attività proposte a quei cani (e padroni) che hanno paure da superare o che vivono situazioni stressanti.

Togo ci ha insegnato tanto ma è la Golden Retriever Toffee la parte attiva del Centro

Toffee è la “collega” della coppia, la cagnolina che hanno educato sulle regole del metodo cognitivo-relazionale da loro promosso. La Golden lavora attivamente nel Centro, si “occupa” delle Puppy Class che riesce a gestire benissimo:

Si guadagna anche lei la pagnotta!

Scherza Chiara guardando la bella cagnolina che sonnecchia rilassata nel Campo d’addestramento mentre ascolta i “colleghi” che raccontano di lei, di loro e di Togo, che purtroppo è mancato tempo fa a causa di un tumore ma che, con il suo ricordo, è presente costantemente nella vita dei tre, come nel nome del Centro Cinofilo proprio a lui dedicato.

Non è mai troppo tardi per educare un cane

Ci tengono a precisare i due Educatori, e continuano:

Togo ne è stato l’esempio, ce l’ha chiesto fino all’ultimo e fortunatamente siamo riusciti a dargli quello che voleva: la comprensione dei suoi atteggiamenti, grazie al metodo cognitivo-relazionale.

Ci dicono Chiara e Valentino lasciando trapelare l’amore per ciò che fanno. La coppia crede che cane e proprietario debbano ragionare entrambi con l’obiettivo di tradurre il linguaggio l’uno dell’altro, per questo motivo usano i bocconcini solo per rinforzare l’esercizio. L’attività al Campo è focalizzata sulla comprensione specifica delle situazioni e sull’analisi del linguaggio anche non verbale:

Noi uomini siamo sempre monotono, i cani hanno mille modi per abbaiare, un linguaggio incredibile che noi ce lo scordiamo.

Non c’è alcun dubbio che i cani parlino più di noi, anche solo “strizzando” gli occhi provano a dirci qualcosa, ma cosa?

Secondo Valentino e Chiara l’Educazione Cinofila serve a colmare questa nostra umana incapacità di tradurre, autonomamente, i comportamenti dell’animale che amiamo e che condivide la sua vita con noi. Non basta allora insegnare qualche comando al cucciolo ma bisognerebbe approfondire, e riprendere, con le lezioni di educazione ad ogni cambio di fase di vita del nostro amico a 4 zampe:

Come noi uomini anche i cani vivono diverse fasi di vita, ognuna ha specifiche caratteristiche di linguaggio e comportamento che dovremmo essere capaci di comprendere.

Si pensi solo a come un bambino cambia con l’arrivo dell’adolescenza e ancora con la maturità… Ecco anche il nostro cane cambierà, è la giostra della vita e la Natura ne è l’unica giostraia. Noi da umili spettatori possiamo solamente cercare di comprenderla a pieno e vivere in serenità i nostri rapporti, anche quello con il nostro cane.

GIOCHI E PISCINA PER CANI NEL GIARDINO PIU’ BELLO D’ITALIA

L’acqua è rigenerante per i suoi bovari così, avendo un terreno agricolo a disposizione ad Albignasego – Comune Veneto ai piedi dei Colli Euganei – ed intuito da vendere, Marco Dainese, ha voluto impostare, insieme ad un gruppo di amici, una Piscina per cani e un’Area relax con giochi su misura per loro.

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Una piscina di nove metri per cinque profonda 1 metro e 35 centimetri, con una piattaforma rialzata centrale utile per far riprendere fiato al cagnolino – o per aiutarlo durante le prime esperienze in acqua – che diventa un trampolino per incredibili tuffi quando la confidenza con l’elemento è stata totalmente acquisita dall’animale.

Dogland Park nasce da questa esperienza personale, di svago con il proprio cane.

Era il 2012 quando Marco ha iniziato a ricevere complimenti e richieste di accesso a quest’Area:

– Il terreno si vedeva dalla tangenziale e la piscina ed i suoi bagnanti a 4 zampe si notavano –

Ci racconta lui.11333396_449069085217935_288703079_n

Non è strano dunque che la voce grazie al passaparola si sia sparsa velocemente e che presto, oltre ai conoscenti con i loro cani, Marco abbia iniziato a ricevere richieste anche da parte di molti conduttori cinofili privati, educatori e addestratori e che, nel giugno 2012, la sua idea si sia trasformata in una realtà pubblica, un vero Parco giochi con piscina dedicata a Fido, in formula associativa con tesseramento.

– I cani se la spassavano nel mio Parco in compagnia dei loro padroni, in acqua ma non solo… –

Ci spiega Marco.

Al Dogland Park si poteva praticare ogni Sport cinofilo immaginabile dal Disc Frisbee all’Agility Dog alla Fly Ball.

Oggi il Progetto, dopo 7 anni di attività associativa, cambia veste – diventa un franchising ripetibile in altre situazioni, oltre a traslocare.

Giardino Barbarigo Pizzoni Ardemani Valsanzibio di Galzignano Terme, Padova

Giardino Barbarigo Pizzoni Ardemani Valsanzibio di Galzignano Terme, Padova

 

Sarà il Giardino Monumentale di Valsalzibio (Colli Euganei – Veneto) a incorniciare le giornate di gioco e nuoto dei nostri amici a 4 zampe. Marco ha infatti predisposto una collaborazione con il Giardino Barbarigo che normalmente non è aperto agli animali da compagnia per motivi di gestione, igiene e mantenimento della fauna, flora dalle caratteristiche davvero particolari.

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Questo eden arboreo e di architettura – la struttura delle fontane è stata realizzata da Luigi Bernini –  sarà la prima location ufficiale del format Dogland Park.

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Il Giardino, realizzato tra il 1665/1669 dal Nobile veneziano Zuane Francesco Barbarigo, è splendido, tra i più belli d’Italia nonché d’Europa anche grazie ad una serie di simbologie che restituiscono una sorta di magica beatitudine a chi lo visita. Lo splendore è mantenuto in maniera quasi maniacale grazie a regole rigide come appunto quella che vieta di introdurre cani a passeggio ma Dogland Park potrà coprire questa mancanza che ai giorni nostri può essere uno svantaggio all’attività turistica del Giardino.

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I Colli Euganei infatti sono una metà perfetta per soggiornare con l’amico a 4 zampe, grazie al Format di Marco ora potranno avere anche una zona esclusiva a loro dedicata.

Sono 2000 metri quadrati di area verde con una super vista sul Giardino e sui Colli, sono presenti sdrai, comodi pouf e sedute per rilassarsi al sole in buona compagnia e una piscina per far rinfrescare e giocare i nostri cani.

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La grande area verde è disponibile per eventi privati e attività cinofile, inoltre sono state create alcune spaziose gabbie per lo stallo dei cani dei turisti in visita al Giardino, l’ingresso però è autonomo e le due esperienze possono anche essere separate, certo che una passeggiata all’Isola dei conigli, al Labirinto di bosso, un’occhiata al Padiglione di Diana e alle 70 statue in  Pietra d’Istria è davvero un’ottima idea: non sia mai che il percorso, famoso storicamente per essere capace di portare l’anima alla purificazione e all’estasi, non faccia davvero ciò di cui dicono da secoli sia in grado di fare e nel frattempo ci pensa lo staff di Marco ad intrattenere Fido.

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LA CASA CHE ACCOGLIE LE DISABILITA’ ANIMALI

Certe volte non ci rendiamo conto di quanto noi uomini possiamo imparare dall’animale.

Alessandro Ortolan non ha dubbi e ce l’ha ricordato durante il nostro incontro nella Casa famiglia per animali disabili che gestisce a Postioma a Carbonera (in Provincia di Treviso).

Il civico è il 7, la struttura un ex mattatoio, per l’esattezza una vecchia pellicceria dismessa – luogo di morte – ci tiene a precisare Alessandro – oggi spazio che dona una nuova vita -.

Scelto appositamente per lanciare un messaggio di rivincita e di speranza, lo stabile, è stato ri-organizzato per gestire la disabilità in ogni suo aspetto, dall’interno all’esterno.

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Arrivando in via Postioma si sentono gli ospiti della Casa, che è un vero C.e.d.a (Centro di Educazione alla disabilità animale) abbaiare dal grande giardino di duemila metri quadrati, per loro è un’emozione ricevere visite.

Entriamo, eccoli correre veloci come schegge sui loro carrellini artigianali, realizzati proprio da Ortolan che in questi anni si è specializzato nella loro realizzazione su misura.

Alessandro, Presidente del Comitato Carrellini Disabili e del Centro allora ci spiega che il cane non ne ha bisogno per muoversi ma è essenziale per evitare che l’animale si ferisca durante le corse e i giochi.

-Non hanno alcun problema con la loro disabilità anzi! Fanno di tutto, come qualunque altro cane-.

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È importante l’utilizzo del carrellino per evitare che si rovinino le zampe posteriori, le ginocchia ad esempio, che, senza quest’ausilio, sarebbero sempre esposte al contatto diretto con terra, sassi o asfalto.

Oltre ai cani, il Ceda, ospita anche i gatti con disabilità.

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Sono accolti in una delle camerate interne della struttura, vicini ai volontari che si dedicano a loro con grande serietà e passione. L’Associazione si autofinanzia, la gestione è difficile ma caparbiamente continua a donare agli ospiti tempo e amore. C’è chi passa le notti in struttura a sorvegliare gli ospiti e la loro deambulazione, c’è chi si occupa della spremitura (della pipì) e chi fa le pulizie.

– Pur avendo avuto un bel numero di affidi e di adozioni nei primi anni di apertura del Ceda è dal 2017 che non riceviamo richieste da parte di famiglie

Ci racconta Ortolan.

Non è una novità che le adozioni siamo calate in Italia in tutti i Rifugi ed i Canili, risulta però strano se si pensa a quanta promozione sul randagismo giri sui Social Network.

– In passato mi occupavo in prima persona di girare le piazze italiane raccontando il Centro e il riscontro era incredibile –

La disabilità dell’animale è un argomento poco conosciuto, non se ne parla e questo non crea propensione alla loro adozione. È necessario spiegare la tematica ma non solo, è importante vedere questi animali per capire.

– Loro non si sentono diversi! –

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Alessandro allora si occupa anche di educare alla disabilità animale attraverso cene, eventi associativi e laboratori nelle scuole elementari.

A far parte del C.e.d.a, oltre alla struttura d’accoglienza di Postioma – Treviso, c’è, in Provincia di PadovaIl Fagiolo di Piccolo e Gina – che, come si legge nell’Home Page del sito, si definisce “Luogo pieno d’amore in cui poterli accogliere e curare loro le ferite del corpo e dell’anima, fornire loro due “zampe nuove”…  in attesa della nuova famiglia“.

Qui, gli animali con disabilità provenienti da tutta Europa rimangono il tempo necessario per la totale guarigione poi vengono trasferiti a Treviso. E’ Ortolan che si muove per recuperare fisicamente gli animali, senza limiti di distanza, li raggiunge in ogni angolo d’Europa, spesso ritrovandosi di fronte a situazioni terribili come quella di uno dei loro cani, presente in struttura da diversi anni:

– E’ stato lanciato da un terrazzo durante una discussione tra fidanzati, il suo padrone voleva ferire la compagna, così se l’è presa con il loro cane –

L’innocente è miracolosamente sopravissuto ma ha perso l’uso delle zampe posteriori, oltre alla serenità e a molto altro, come la fiducia che qui al C.e.d.a ha potuto ritrovare, ora ha bisogno solo di un nuovo affetto, stabile.

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ALICE: UN 2° CAPITOLO PER I GALGO NEI COLLI EUGANEI

Torreglia, in provincia di Padova, è un piccolo Comune ai piedi del Parco Regionale dei Colli Euganei molto conosciuto per le bellezze architettoniche, come Villa dei Vescovi  del Palladio, e naturalistiche, tra tutti il passo del Roccolo e di Roverello e i percorsi ciclo-turistici che si diramano in tutta l’area circostante. È una zona affascinante che custodisce da secoli, oltre a tanta bellezza, una grande quantità di storie. Poeti, scrittori, musicisti da ogni parte del mondo ci hanno soggiornato per brevi o lunghi periodi trovando stimoli creativi dalla ricchezza della flora radicata per tutta l’area collinare euganea, particolare come l’origine che è vulcanica.

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C’è chi tutt’ora questa fortuna ce l’ha e si sveglia ogni mattina circondato da tutto il benessere naturalistico dei Colli, tra loro ci sono TurrònSombra, i due Galgo di Alice.

Sono levrieri spagnoli, due fratelli, uno nero e l’altro tigrato, passano le loro giornate a sonnecchiare bucolici come felini al sole.

Alice è la loro umana preferita ma, nella casa nel bosco, vivono anche i due ragazzini di Alice e il padre. Prima di stabilirsi in questo paradiso terrestre, circa 5 anni fa, i due cani non se la passavano così bene. Erano vittime di un vero girone dell’inferno, quello della crudeltà umana; ad appena 6 anni e mezzo di vita la loro storia ha già due capitoli scritti e vissuti ed il primo è, contrariamente all’angelica vita attuale, pieno di orrore.

Nascono in Spagna al solo scopo di dimostrare di essere il Galgo perfetto per la caccia alla lepre, un gioco ludico e d’azzardo che si alimenta grazie alle scommesse. Il cane è la pedina e ha un unico obiettivo: correre come un fulmine e uccidere prima degli altri il coniglio, tutto qui. Una tradizione spagnola molto radicata in tutto il territorio che ogni anno sforna milioni di randagi, purtroppo la fine migliore che un Galgo possa fare.

“Un Galgo non vale nemmeno una pallottola”

Questo è il motto che si va dicendo alla fine del periodo di caccia. I cani non vincenti e quelli privi di talento – che non corrono abbastanza velocemente o che non hanno un’istinto predatorio sviluppato – o magari deboli, malati, non perfetti, vengono fatti fuori, letteralmente in ogni modo possibile.

I Galgo vengono legati, ad esempio, ad un ramo basso di un albero così da rimanere giorni interi in “punta di zampa” a soffrire, soli nel bosco, prima di morire, finalmente, impiccati, di fame, di sete oppure uccisi da un animale più grosso.

I levrieri di Alice sono stati scartati perché come corridori non erano abbastanza bravi ma possiamo ritenerli dei Galgo fortunati perché, al contrario di moltissimi altri, sono riusciti a liberarsi, a scappare via lontano dal Galguero – l’Allevatore. Sono stati ritrovati da Progetto Galgo Onlus – Associazione che opera in loro aiuto in tutto il territorio ispanico.

Sono a tutti gli effetti cani di razza super selezionati “grazie” a decenni di monte tra campioni, mancano di Pedigree ma la maestosità e la purezza della linea di sangue è ben visibile.

Hanno un portamento da cavaliere, una sensibilità sconvolgente e un’indole simile a quella di un grande felino.

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“Non sprecano energie come i leoni”

Il Garguero li cresce lasciandoli stipati, al buio, in una scantinato con i fratelli e li alimenta con pezzi di pane secco.

“Con un tozzo di pane ogni 3 giorni un Galgo corre 3 volte più veloce della lepre”

Turròn e Sombra come molti altri, hanno dovuto imparato a socializzare con i simili all’interno di quello scantinato per sopravvivere gli uni agli altri. Oggi infatti non hanno difficoltà alcuna a stare con altre tipologie di cani ma c’è qualcun’altro che li spaventa a morte. I due levrieri si irrigidiscono immediatamente se davanti a loro si presenta un uomo di mezza età, tarchiato e dagli occhi chiari: la fisionomia “papabile” del loro carnefice.

“Si agitano quando vedono qualcuno fatto così! Credo proprio di aver capito com’era fatto il loro allevatore.”

Ci racconta Alice guardando negli occhi Turròn che sembra capire che stiamo parlando del passato suo e del fratello.

Dopo un primo capitolo drammatico fortunatamente, girando la pagina, si arriva al secondo, quello della rivincita del debole. I due levrieri, trovati in condizioni psico-fisiche non buone, da alcuni volontari, passano alle cure dell’Associazione, affidate alle dolci attenzioni di una signora spagnola che si prenderà a cuore la loro situazione per il tempo necessario alla loro ripresa.

“L’ho rintracciata volevo conoscerla, gli ha salvati e recuperati

Il recupero psico-fisico dei Galgo infatti avviene in Spagna, dopodiché arrivano, via mare, in Italia, da questo momento in poi, iniziano i colloqui per selezionare i loro adottanti.

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In Veneto ci pensa Alice a valutare i curriculum delle famiglie che vogliono adottare. Ci racconta che non è un compito semplice, c’è molta responsabilità in una decisione così piccola.

Per lei, i suoi 2 Galgo sono veri compagni di vita. La seguono nei suoi impegni giornalieri alla Villa, girovagano nel suo Allevamento di cavalli con grande intelligenza.

Il Galgo è un cane con particolari caratteristiche genetiche e psico-fisiche. E’ un antico predatore e la fisionomia lo dimostra. Ha un busto snello ma compatto, zampe lunghe, magre ma dal muscolo resistente capaci di grandi rese nella corsa, la coda lunga che tengono a ricciolo, tanto amata da Alice, è utilizzata durante le volate su terra come un timone, per svoltare e rimanere in equilibrio durante la caccia.

“Guarda, sono meravigliosi, è il cane più adatto a me”

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Alice, dai lunghi capelli ricci legati con un semplice fermaglio, continua sorridente a parlare del suo rapporto con i Galgo:

“Se lanci una pallina ti guardano come per dire ok e ora? Sono indipendenti – sai, sanno cacciare dunque questo può essere uno dei motivi – inoltre lo sono anche mentalmente.

Non hanno bisogno di esaudire un tuo desiderio, non sono, come dire, cani “da giochetti”- Sì certo sono corruttibili alla grande con il cibo –  ma non hanno alcun interesse ad essere addestrati, è questo che amo di questa razza.

E’ come se loro avessero una vita e tu la tua… Passano il tempo con te ma senza starti addosso, praticamente come un gatto”.

LA BELLA E IL GIGANTE GRIGIO DI WEIMAR SFIDANO L’ALLERGIA

Questa è la storia di una grande amicizia che in partenza sembrava impossibile perché nata tra il gigante grigio – Bracco di Weimar – Giotto e la bella, dalle molteplici allergie, tra le quali proprio quella al pelo del cane, Angelica.

“La nostra convivenza è partita così: all’inizio avevo il terrore, poi, piano piano, ho iniziato ad accarezzarlo ma lavandomi sempre le mani subito dopo”

Angelica Alberti ha reagito alla sua condizione per amore di Giotto ma inizialmente non è stato semplice.

Lei è frizzante, molto bella e, come si può ben capire, determinata a superare le sfide.

Si è laureata in Architettura allo IUAV (Venezia) dopodichè, da appassionata di Moda e Beauty, ha deciso, nell’Ottobre 2013, di aprire un suo BLOG, “Angelichic“, dove racconta i suoi interessi. Anche in questo progetto ha messo tutto il suo cuore e, ad oggi, è a tutti gli effetti una Beauty Blogger.

coccole anche se allergica

L’amore tra la Beauty Blogger Angelica ed il suo bel weimaraner grigio Giotto

L’affascinante Giotto entra nella vita della giovane donna in maniera diversa rispetto alle storie alle quali siamo abituati. In questo caso lei un cane proprio non lo voleva ma c’era nella sua famiglia chi questo desiderio, a sua insaputa, lo stava esprimendo.

Avere un cane era un sogno, come dire, non del suo cassetto, stanziava in quello affianco: quello del gemello Alberto. I due siblings sono molto uniti e vivono insieme nella villetta di famiglia a Vicenza.

Arrivò il giorno del loro compleanno, quello del 2016, e… Sorpresa!

“Mio fratello tornò a casa con un dono: Giotto!”

Uno scatenato cucciolo di Weimaraner puro, a pelo corto e argenteo, iniziò a zampettare per la taverna degli Alberti muovendo buffamente le sue orecchie grandi più del musetto.

Angelica all’inizio non era entusiasta, non si era mai immaginata a condividere casa, affetti e vita privata con un cane inoltre le reazioni dovute all’allergia la rendevano insicura.

passeggiare con il cane per stare bene

il contatto con la natura aumenta quando hai un cane

 

I Weimaraner sono, però, cani dall’indole ostinata – oltre a essere famosi per avere intelligenza, eleganza ed equilibrio fuori dalla norma – dunque Giotto restò in attesa come se sapesse che ad un certo punto lei si sarebbe sciolta.

Aveva ragione: Angelica resistette ai grandi occhi color caramello appena 2 settimane poi decise di provarci e, gradualmente, iniziò ad avvicinarsi a lui.

Un rapporto, il loro, nato dalla pazienza e dal rispetto della natura altrui. Lei si è adoperata in tutto per gestire la sua allergia e lui ha aspettato che lei fosse pronta per farlo.

Un’amore tenero, puro, destinato a durare in eterno.

“Non ci credevo ma la mia vita è cambiata radicalmente, oggi sono grata a mio fratello per avermelo fatto conoscere, amo molto di più la Natura e portarlo fuori mi rende felice. È strano ma i cani non chiedono niente e danno il mondo per te!” Ci confessa lei.

portare fuori il cane fa bene alla salute anche dell'uomo

le lunghe passeggiate con Giotto fanno bene anche al cuore di Angelica

Avendo un’attività in proprio e online, Angelica, ha la fortuna di potersi auto-gestire il tempo e di poter lavorare ovunque. Tutte le mattine esce di casa con Giotto, va nel loro campo preferito e lo fa correre, saltare, giocare in totale libertà. Lui rosicchia tutti i bastoncini di legno che trova mentre lei si immerge nei pensieri, fa chiamate di lavoro e si gode la compagnia del suo gigante grigio, buono come il pane.

“Corre creando quattro giri intorno a me alla velocità della luce, sembra quasi che mi ringrazi perché lo faccio stare bene”.

I Weimaraner sono cani affettuosi, protettivi con la famiglia, bisognosi di fare attività fisica e aggraziati nei movimenti. Venivano spesso allevati alle corti dei duchi tedeschi per diventare cani da caccia, da ferma. Angelica ci racconta infatti dell’indole cacciatrice di Giotto che una volta mentre erano fuori nel campo ha acchiappato una fagiana ammazzandola, per lei è stato triste, per lui un momento di grande fierezza, d’altronde è la sua natura.

il cane ha bisogno di tempo e amore e di un cibo di qualità

Lei un cane non lo desiderava ma Giotto le ha fatto cambiato idea. Oggi la vita di entrambi è cambiata: in meglio!

Il gigante grigio della bella Angelica è anche un po’ viziato.

Ha un divano tutto suo e ben tre cucce, inoltre dimostra di aver appreso atteggiamenti umani come quello di dormire con la testa sul cuscino.

“- Si va a Nannaaa – Appena dico così lui corre verso la camera, sale sul letto e pone la testa sul cuscino per farmi vedere quanto è bravo.”

Ci racconta la Blogger.

E pensare che all’inizio ne era diffidente, mentre ora ne è visibilmente totalmente, follemente, innamorata.

IL TOELETTATORE BELGA-RUANDESE INNAMORATO DEI BARBONI-POODLE

Le grandi storie iniziano spesso con una situazione idilliaca, stabile, così è stato anche per il Toelettatore di poodle Loic.

Nato in Rwanda, in un paradiso terrestre, da famiglia di origine belga, Loic Demeester impara a camminare, a parlare e a vedere il mondo con i suoi grandi occhi celesti senza rendersi conto della fortuna che ha, il padre lavora per una Riserva naturale dello Stato e lui passa le sue giornate da bimbo a stretto contatto con gli animali più affascinanti dell’Africa.

Abbiamo avuto di tutto! Dalle gazzelle alle grù coronate, salvate dal bracconaggio. Era mio papà che li salvava. Poi è arrivato il mio amico scimpanzé, noi due avevamo i letti vicini…

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Come nelle grandi storie però in un punto preciso la stabilità si inclina spesso a causa della malvagità dell’uomo. Ha solamente 4 anni il futuro toelettatore quando la sua famiglia, prevedendo il Conflitto in arrivo, decide di lasciare l’Africa; la mamma è in dolce attesa e non se la sente di rimanere in un paese in tensione con dei bambini così piccoli.
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GATTI E PET THERAPY NELLA VALLE

In Provincia di Brescia, nella Comunità Montana della Val Trompia, il territorio è particolarmente adatto agli animali selvatici grazie ad un dintorno predominato dal bosco e alla posizione fortunata della Valle. In quest’area vivono anche molte colonie di gatti randagi e la situazione dev’essere tenuta sotto controllo soprattutto per la loro incolumità.

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A Lumezzane, a sud, lo fanno i volontari di A.mici&Co, Associazione sorta grazie alla tenacia di Barbara Renica che è riuscita ad organizzare un Team di 30 volontari appassionati.

Insieme hanno creato da prima un Rifugio per gli animali che poi, pochi anni dopo, è diventato la grande Famiglia, amica di tutti i gatti bisognosi di protezione e di cure della Valle, che è oggi.

Ognuno si occupa di qualcosa: c’è chi fa le pulizie su turni, chi gestisce gli ospiti, chi accompagna i gatti per le vaccinazioni, chi si occupa della burocrazia mentre altri ancora lavorano nella promozione e sensibilizzazione della popolazione del Comune organizzando eventi e attività divertenti; una delle loro volontarie chiamata “L’artista” da Laura, Vice Presidente, presta le proprie abilità artistiche nello spazio trucca bimbi, dipingendo i volti in stile “micio”.

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Rimane essenziale l’impegno nella ricerca e selezione degli adottanti per gli attuali 40 ospiti della struttura. L’Associazione per loro desidera un tetto pieno di calore, coccole e sicurezza.

“Ogni giorno ci occupiamo di nutrirli, curarli, accudirli in ogni modo possibile e nelle sere di apertura al pubblico ci si impegna principalmente proprio perché avvengano gli affidi.”

Ci Racconta “Graz”, uno dei volontari.

“Vins”, veterano dell’Associazione ci parla di una gatta che ha avuto, grazie al loro aiuto, un lieto fine. Di lei ricorda tutto meno il nome: “Forse Molly…” Ci dice. Per i volontari come lui non è l’appellativo quello che interessa ( il “vuoto” nel ricordare il nome ne è l’esempio), per loro  è importante il cosa poter fare per poter svoltare la sfortunata sorte di un innocente micio.

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“Alla gatta mancava una zampina; è stata adottata da una signora che nella vita aveva dovuto affrontare tante operazioni e che ancora doveva farne…”

Vins continua a raccontare:

“…La donna ci disse solo che portava a casa proprio quella gatta perché era certa che nessun’altra persona l’avrebbe presa. Lei, però, la capiva, sapeva cosa voleva dire essere esclusi e tagliati fuori perché diversi. Anni dopo, quando venne a mancare la micia, ci scrisse una lettera bellissima che ancora conservo nella quale ringraziava A.mici&Co degli anni che aveva potuto trascorrere insieme alla sua gatta. Per lei, umana, erano stati i momenti più felici della sua vita.”.

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Sono tantissime le storie come questa, di  scambio tra uomo e gatto e di riscossa, che l’Associazione ha collezionato negli anni di attività. Ci ha commosso quella di Lucia, unica gatta sopravvissuta ad un avvelenamento ai danni di un’intera colonia e trovata agonizzante. I volontari ricordano le lotte all’interno del Consiglio dell’Associazione tra chi era per farla smettere di soffrire subito e chi non aveva perso le speranze e voleva darle ancora qualche giorno.

“E poi miracolo!” Racconta Vins:

“Lucia incomincia a mangiare da sola, ci guarda con quegli occhi che lacrimeranno sempre quel liquido rosso. Certo, terrà la testina piegata verso la parte malata dell’orecchio per tutta la vita ma gli antibiotici, la sua forte volontà e il sostegno del nostro Team le hanno dato quello di cui aveva bisogno e poco dopo anche una casa ed una famiglia affettuosa tutta per lei: i miracoli dell’amore!”

Gli obiettivi del Team di volontari di Lumezzane, attualmente presieduto da Luisa Seneci sono quelli di “Fare il bene della comunità” e allo stesso tempo sensibilizzare la popolazione al “Rispetto delle regole per la tutela dell’incolumità del gatto“, inoltre si occupa, con i gatti ospiti in attesa di un affido, di Sociale collaborando con altre Associazioni del territorio erogando servizi di Pet Therapy.

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“I gatti, come i cani, semplicemente con la loro presenza, esercitano una capacità in grado di armonizzare gli ambienti.” Ci racconta Vins.

La struttura, chiamata anche “Gattile di Lumezzane” si trasforma così, per qualche ora, in una “Comfort Zone” dove alcuni specialisti avvicinano ai gatti persone con sindromi specifiche, disturbi psicomotori o portatori di disabilità; l’attività è geniale e l’empatia che si percepisce all’interno della stanza in quei momenti ha ripercussioni positive sull’umore di entrambi (uomini e animali): è davvero stupefacente!.