ALICE: UN 2° CAPITOLO PER I GALGO NEI COLLI EUGANEI

Torreglia, in provincia di Padova, è un piccolo Comune ai piedi del Parco Regionale dei Colli Euganei molto conosciuto per le bellezze architettoniche, come Villa dei Vescovi  del Palladio, e naturalistiche, tra tutti il passo del Roccolo e di Roverello e i percorsi ciclo-turistici che si diramano in tutta l’area circostante. È una zona affascinante che custodisce da secoli, oltre a tanta bellezza, una grande quantità di storie. Poeti, scrittori, musicisti da ogni parte del mondo ci hanno soggiornato per brevi o lunghi periodi trovando stimoli creativi dalla ricchezza della flora radicata per tutta l’area collinare euganea, particolare come l’origine che è vulcanica.

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C’è chi tutt’ora questa fortuna ce l’ha e si sveglia ogni mattina circondato da tutto il benessere naturalistico dei Colli, tra loro ci sono TurrònSombra, i due Galgo di Alice.

Sono levrieri spagnoli, due fratelli, uno nero e l’altro tigrato, passano le loro giornate a sonnecchiare bucolici come felini al sole.

Alice è la loro umana preferita ma, nella casa nel bosco, vivono anche i due ragazzini di Alice e il padre. Prima di stabilirsi in questo paradiso terrestre, circa 5 anni fa, i due cani non se la passavano così bene. Erano vittime di un vero girone dell’inferno, quello della crudeltà umana; ad appena 6 anni e mezzo di vita la loro storia ha già due capitoli scritti e vissuti ed il primo è, contrariamente all’angelica vita attuale, pieno di orrore.

Nascono in Spagna al solo scopo di dimostrare di essere il Galgo perfetto per la caccia alla lepre, un gioco ludico e d’azzardo che si alimenta grazie alle scommesse. Il cane è la pedina e ha un unico obiettivo: correre come un fulmine e uccidere prima degli altri il coniglio, tutto qui. Una tradizione spagnola molto radicata in tutto il territorio che ogni anno sforna milioni di randagi, purtroppo la fine migliore che un Galgo possa fare.

“Un Galgo non vale nemmeno una pallottola”

Questo è il motto che si va dicendo alla fine del periodo di caccia. I cani non vincenti e quelli privi di talento – che non corrono abbastanza velocemente o che non hanno un’istinto predatorio sviluppato – o magari deboli, malati, non perfetti, vengono fatti fuori, letteralmente in ogni modo possibile.

I Galgo vengono legati, ad esempio, ad un ramo basso di un albero così da rimanere giorni interi in “punta di zampa” a soffrire, soli nel bosco, prima di morire, finalmente, impiccati, di fame, di sete oppure uccisi da un animale più grosso.

I levrieri di Alice sono stati scartati perché come corridori non erano abbastanza bravi ma possiamo ritenerli dei Galgo fortunati perché, al contrario di moltissimi altri, sono riusciti a liberarsi, a scappare via lontano dal Galguero – l’Allevatore. Sono stati ritrovati da Progetto Galgo Onlus – Associazione che opera in loro aiuto in tutto il territorio ispanico.

Sono a tutti gli effetti cani di razza super selezionati “grazie” a decenni di monte tra campioni, mancano di Pedigree ma la maestosità e la purezza della linea di sangue è ben visibile.

Hanno un portamento da cavaliere, una sensibilità sconvolgente e un’indole simile a quella di un grande felino.

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“Non sprecano energie come i leoni”

Il Garguero li cresce lasciandoli stipati, al buio, in una scantinato con i fratelli e li alimenta con pezzi di pane secco.

“Con un tozzo di pane ogni 3 giorni un Galgo corre 3 volte più veloce della lepre”

Turròn e Sombra come molti altri, hanno dovuto imparato a socializzare con i simili all’interno di quello scantinato per sopravvivere gli uni agli altri. Oggi infatti non hanno difficoltà alcuna a stare con altre tipologie di cani ma c’è qualcun’altro che li spaventa a morte. I due levrieri si irrigidiscono immediatamente se davanti a loro si presenta un uomo di mezza età, tarchiato e dagli occhi chiari: la fisionomia “papabile” del loro carnefice.

“Si agitano quando vedono qualcuno fatto così! Credo proprio di aver capito com’era fatto il loro allevatore.”

Ci racconta Alice guardando negli occhi Turròn che sembra capire che stiamo parlando del passato suo e del fratello.

Dopo un primo capitolo drammatico fortunatamente, girando la pagina, si arriva al secondo, quello della rivincita del debole. I due levrieri, trovati in condizioni psico-fisiche non buone, da alcuni volontari, passano alle cure dell’Associazione, affidate alle dolci attenzioni di una signora spagnola che si prenderà a cuore la loro situazione per il tempo necessario alla loro ripresa.

“L’ho rintracciata volevo conoscerla, gli ha salvati e recuperati

Il recupero psico-fisico dei Galgo infatti avviene in Spagna, dopodiché arrivano, via mare, in Italia, da questo momento in poi, iniziano i colloqui per selezionare i loro adottanti.

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In Veneto ci pensa Alice a valutare i curriculum delle famiglie che vogliono adottare. Ci racconta che non è un compito semplice, c’è molta responsabilità in una decisione così piccola.

Per lei, i suoi 2 Galgo sono veri compagni di vita. La seguono nei suoi impegni giornalieri alla Villa, girovagano nel suo Allevamento di cavalli con grande intelligenza.

Il Galgo è un cane con particolari caratteristiche genetiche e psico-fisiche. E’ un antico predatore e la fisionomia lo dimostra. Ha un busto snello ma compatto, zampe lunghe, magre ma dal muscolo resistente capaci di grandi rese nella corsa, la coda lunga che tengono a ricciolo, tanto amata da Alice, è utilizzata durante le volate su terra come un timone, per svoltare e rimanere in equilibrio durante la caccia.

“Guarda, sono meravigliosi, è il cane più adatto a me”

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Alice, dai lunghi capelli ricci legati con un semplice fermaglio, continua sorridente a parlare del suo rapporto con i Galgo:

“Se lanci una pallina ti guardano come per dire ok e ora? Sono indipendenti – sai, sanno cacciare dunque questo può essere uno dei motivi – inoltre lo sono anche mentalmente.

Non hanno bisogno di esaudire un tuo desiderio, non sono, come dire, cani “da giochetti”- Sì certo sono corruttibili alla grande con il cibo –  ma non hanno alcun interesse ad essere addestrati, è questo che amo di questa razza.

E’ come se loro avessero una vita e tu la tua… Passano il tempo con te ma senza starti addosso, praticamente come un gatto”.